E’ definito Tromboembolismo venoso acuto (Tev): e’ una patologia che insorge a causa della formazione di coaguli di sangue (trombi) nelle vene e comprende la trombosi venosa e l’embolia polmonare. Ogni anno colpisce circa 1,5 milioni di europei e 3 milioni di americani, con migliaia di vittime ed un costo per i servizi sanitari Ue di oltre 3 miliardi di euro.

Una patologia in crescita, contro la quale arriva oggi una nuova ‘arma’: una molecola di ultima generazione che riduce mortalita’ e recidive e che, rispetto alle terapie tradizionali, ha il vantaggio notevole di non richiedere frequenti controlli di laboratorio e check-up per il paziente. E’ la molecola dabigatran etexilato ed i suoi effetti nel trattamento e prevenzione del Tev – la terza malattia cardiovascolare piu’ diffusa al mondo dopo cardiopatia ischemica ed ictus – sono definiti dagli esperti ‘estremamente positivi’. A dimostralo, i risultati dello studio ‘Re-cover’ (su 2.539 pazienti in 29 Paesi), presentati oggi al Congresso della Societa’ americana di ematologia in corso a New Orleans e pubblicati sul sito della rivista New England Journal of Medicine. La molecola, spiegano gli esperti, e’ un innovativo anticoagulante orale: lo studio Re-cover ha dimostrato che e’ efficace quanto la terapia oggi maggiormente in uso per il trattamento del Tev (warfarin), ma con notevoli vantaggi per il paziente.

La nuova molecola infatti, rispetto alla terapia standard attuale, riduce del 37% il rischio collaterale di emorragie, ha un basso potenziale di interazione con altri farmaci, nessuna interazione con alimenti, non causa effetti tossici al fegato e, aspetto fondamentale per la qualita’ di vita dei malati, non presenta la necessita’ di un costante monitoraggio della coagulazione e di aggiustamenti di dosaggio con frequenti controlli e prelievi di sangue (circa ogni 2-3 settimane) per il paziente. Al contrario, la terapia standard presenta vari limiti e richiede controlli e analisi frequenti per garantire l’efficacia della cura stessa. L’azione della molecola dabigatran, spiegano gli ematologi, e’ ‘mirata’: attiva infatti la sua funzione anticoagulante (per prevenire o bloccare la nascita di trombi) bloccando direttamente l’attivita’ della trombina, l’enzima che svolge un ruolo centrale nella formazione dei trombi. ‘Lo studio Re-cover rappresenta un reale avanzamento nella pratica clinica – commenta Giancarlo Agnelli, direttore Medicina interna cardiovascolare-Stroke unit dell’Universita’ di Perugia e coordinatore italiano dello studio – perche’ dabigatran ha dimostrato efficacia e sicurezza e la terapia del Tev viene notevolmente semplificata con un farmaco orale che non richiede frequenti controlli di laboratorio’. Un vantaggio non da poco, rileva, ‘per i pazienti in terapia con anticoagulanti, che in Italia sono circa 1 milione, vale a dire 1 italiano su 60’. La terapia tradizionale, sottolinea inoltre Sam Schulman della McMaster University di Hamilton in Canada e principale sperimentatore dello studio, ‘e’ altamente efficace quando ben controllata come nell’ambito di studi clinici, ma nella vita di tutti i giorni raramente si riesce a mantenere un controllo della coagulazione sufficiente. Pertanto i pazienti risultano poco protetti da tev o rischio di emorragia. Con la nuova molecola abbiamo una terapia che protegge efficamente senza esami di controllo costanti’. E soddisfatta si dice l’associazione di pazienti ‘Anticoagulation Europe’: ‘I risultati di questo studio sono davvero incoraggianti per i malati – sottolinea l’organizzazione – offrendo un’alternativa piu’ sicura e semplice rispetto alle terapie tradizionali’.

Re-cover fa parte del vasto programma di studi clinici ‘Re-volution’ promosso dall’azienda farmaceutica Boehringer Ingelheim, su oltre 38.000 pazienti, per valutare l’efficacia e la sicurezza della nuova molecola dabigatran.

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