Eventi coronarici acuti: conoscere il grado di calcificazione delle placche nelle arterie

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Il grado di calcificazione delle placche nelle arterie del cuore può utilimente essere integrato tra i fattori di rischio più importanti per gli eventi coronarici acuti

L’uso di un nuovo punteggio basato sulla quantità di calcio nelle arterie coronariche, insieme ai tradizionali fattori di rischio, consente di migliorare la classificazione usata per la previsione di eventi patologici a carico delle arterie coronariche e pone nelle categorie di rischio più grave un numero maggiore di individui.

Secondo quanto riferito nell’articolo di resoconto apparso sulla rivista JAMA, è stato valutato il potere predittivo del parametro CACS (coronary artery calcium score), che si ottiene grazie all’uso della tomografia computerizzata, in grado di misurare il grado di calcificazione delle placche presenti lungo le pareti interne delle arterie coronariche.

Tamar S. Polonsky, della Northwestern University Feinberg School of Medicine di Chicago e colleghi hanno condotto lo studio per determinare se il CACS permettesse di ottenere un modello previsionale migliore di quello basato sui fattori di rischio tradizionali.

I soggetti considerati erano i 6814 partecipanti del Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis (MESA), uno studio di coorte basato sulla popolazione senza patologie cardiovascolari note.

Il rischio di eventi coronarici a cinque anni è stato poi categorizzato in tre livelli: dallo 0 al 3 per cento, dal 3 al 10 per cento e maggiore o uguale al 10 per cento. Sono inoltre stati considerati due modelli diversi: il primo comprende età, etnia, sesso, fumo di sigaretta, assunzione di antipertensivi e livelli di colesterolo HDL e totale. Il secondo modello utilizza invece gli stessi fattori di rischio più il CACS.

Durante il periodo di follow-up sono poi stati registrati 209 eventi coronarici di cui 122 maggiori (infarto, morte per attacco coronarico acuto e rianimazione dopo attacco coronarico). Secondo i risultati dello studio, nel primo modello il 69 per cento della coorte è stato classificato nella categoria più alta o più bassa del fattore di rischio contro il 77 per cento del secondo modello.

In sostanza, con l’aggiunta del parametro CACS, un ulteriore 23 per cento di coloro che sono andati incontro a un evento erano stati riclassificati ad alto rischio e un ulteriore 13 per cento di coloro che non hanno avuto eventi erano stati riclassificati a basso rischio. Tra i soggetti di rischio intermedio, il 16 per cento era stato riclassificato ad alto rischio mentre il 39 per cento era stato riclassificato a basso rischio.

“I risultati dimostrano che quando il CACS viene aggiunto ai tradizionali parametri cnsiderati, il risultato è un significativo miglioramento della classificazione del rischio per la previsione degli eventi coronarici acuti in un campione di soggetti asintomatici di entrambi i sessi”, hanno concluso i ricercatori.

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