I ricercatori hanno adoperato una diversa via “genetica” per combattere le astuzie del virus. Gli anticorpi umani, infatti, attaccano la superficie del virus, che gli scienziati paragonano alla testa di un lecca-lecca, ma il virus cambia di continuo “sapore” per non farsi riconoscere. In sostanza modifica il proprio involucro proteico, l’emoagglutinina, così da rendersi irriconoscibile agli anticorpi maturati dall’uomo in un contagio precedente. Il super-vaccino, invece, sarebbe capace di memorizzare un’altra sezione del virus, meno variabile, paragonata al “bastoncino” che regge il lecca-lecca, rendendo l’immunizzazione più forte e prolungata nel tempo. (ASCA)
La possibilita’ di un vaccino antinfluenzale universale
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