Una ricerca chiarisce alcuni meccanismi alla base di questo temuto fenomeno

I virus a RNA tendono a mutare molto rapidamente e in più occasioni sono stati all’origine di epidemie e pandemie anche nell’uomo, come nel caso della SARS e del Nipah virus.

Per meglio comprendere le condizioni in cui questi virus fanno il “salto di specie”, un gruppo di ricercatori dell’ University of Georgia Odum, dei Centers for Disease Control, University of Tennessee-Knoxville and Western Michigan University ha analizzato le modalità di trasmissione fra specie di pipistrelli di un virus a RNA, che li colpisce con una certa frequenza, quello della rabbia. I risultati dello studio sono pubblicata sulla rivista Science.

Per condurre la ricerca, Charles E. Rupprecht e collaboratori hanno utilizzato un vasto data base contenente centinaia di ceppi di virus della rabbia provenienti da 23 specie di pipistrelli nordamericani. Hanno poi usato tecniche di sequenziamento del genoma e di genetica delle popolazioni per quantificare il numero di eventi di trasmissione crociata fra specie (CST) ci si poteva aspettare per ogni coppia di specie di due qualsiasi esemplari infetti.

Una delle spiegazioni più diffuse della CST considera la prossimità fisica il fattore maggiormente rilevante che guiderebbe il processo, ma dai risultati dello studio sembra emergere che la distanza genetica sia decisamente più importante della ripetuta esposizione al virus.

Le analisi hanno in particolare mostrato che, a seconda delle specie coinvolte, un singolo pipistrello infetto può trasmettere il virus un numero variabile da zero a due membri di specie differenti e che in media la probabilità di una trasmissione fra specie si verifica ogni 73 infezioni all’interno della stessa specie.

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