Si chiama bioterapia la nuova arma per sconfiggere il tumore. Uno studio italiano, che coinvolge 8 centri, la sperimentera’ contro il melanoma, un tumore della pelle particolarmente aggressivo e in costante crescita: ogni anno nel nostro Paese si registrano 7mila nuovi casi e 1.500 decessi. La bioterapia agisce potenziando le difese immunitarie dell’organismo del paziente. La ricerca, condotta dal Nibit (Network italiano per la bioterapia dei tumori), si chiama Nibit M1 ed utilizzera’ ipilimumab, un nuovo anticorpo monoclonale di Bms, associandolo alla fotemustina, un chemioterapico standard per il melanoma. E’ la prima volta al mondo che viene realizzata una sperimentazione di questo tipo, una via tutta italiana contro questo tumore. “Le potenzialita’ di questa nuova molecola – spiega Michele Maio, direttore dell’Immunoterapia Oncologica del Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena – sono enormi e la stiamo utilizzando anche nel cancro della prostata e del polmone. Quanto gia’ emerso dai trial internazionali evidenzia che siamo di fronte al primo significativo passo in avanti nella lotta contro questa neoplasia, che negli ultimi 30 anni non ha fatto registrare alcun progresso. Il nostro studio arruolera’ 84 pazienti colpiti da melanoma in fase metastatica, includendo sia quelli mai trattati prima sia quelli gia’ sottoposti in precedenza ad una terapia”. Con il network degli 8 centri, sottolinea Giorgio Parmiani (presidente del Nibit e direttore dell’Unita’ di Immuno-Bioterapia del melanoma e tumori solidi dell’Istituto Scientifico Fondazione San Raffaele), “vogliamo favorire l’interazione scientifica e operativa dei ricercatori preclinici e clinici impegnati nella definizione di nuovi studi per combattere il cancro con un approccio immuno-biologico”.
In particolare l’immunoterapia rappresenta una forma di bioterapia: “Quest’ultima – continua Parmiani – comprende tutti quei trattamenti che inducono modificazioni nel nostro organismo per favorire una forte reazione contro il tumore, senza distruggere direttamente le cellule malate”. Insomma, si potrebbe aprire una stagione nuova nella cura di alcuni tumori come il melanoma, che rappresenta il 4% dei tumori della pelle ma e’ responsabile dell’80% dei decessi per cancro della cute.
Un paziente su 5 sviluppa la forma aggressiva e avanzata della malattia, con una prognosi infausta, caratterizzata da una sopravvivenza mediana di circa 6 mesi. La sua incidenza e’ cresciuta ad un ritmo superiore a qualsiasi altro tipo di tumore (ad eccezione delle neoplasie maligne del polmone nelle donne) con un aumento di 10 volte nell’ultimo mezzo secolo.
Inoltre colpisce persone sempre piu’ giovani, di eta’ compresa tra i 30 e i 50 anni e non emergono significativi miglioramenti nel trattamento della malattia da 30 anni. “Con ipilimumab – dichiara Maio – assistiamo ad una svolta, perche’ questo anticorpo ha un meccanismo d’azione ‘rivoluzionario’. Agisce, infatti, al livello delle cellule del sistema immunitario, attraverso un meccanismo che rimuovi i blocchi della risposta immunitaria antitumorale. E’ l’unica terapia che ha dimostrato di migliorare in maniera statisticamente significativa la sopravvivenza delle persone colpite da melanoma metastatico”.
Una ricerca presentata all’ultimo congresso americano di oncologia, svoltosi a Chicago a giugno, ha messo in luci i risultati ottenuti grazie a ipilimumab: la sopravvivenza a un anno e’ quasi raddoppiata, passando dal 25% al 46%.
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