Le strategie di sopravvivenza cellulare: studio apre applicazioni anche al trattamento di malattie genetiche

Digiuno forzato? Le cellule rispondono allungando le proprie centrali energetiche, per sfruttare cosi’ al meglio i pochi nutrienti a disposizione.
“E’ affascinante pensare come uno stesso elemento regoli nello stesso tempo l’approvvigionamento di energia, e quindi la vita e la morte”, commenta Scorrano. E’ stato proprio lui, nel 2006, a collegare per la prima volta questo meccanismo di vita-morte alla forma dei mitocondri, studiando una rara malattia genetica della vista chiamata atrofia ottica dominante. “Da allora, grazie a Telethon, siamo andati avanti a studiare il ruolo dei mitocondri nella vita e nella morte delle cellule, in condizioni sia patologiche che normali”, continua il ricercatore del Dti. “In questo lavoro abbiamo dimostrato come, in mancanza di nutrienti, la cellula manda un preciso segnale chimico ai mitocondri, che cominciano cosi’ ad allungarsi” spiega Ligia Gomes, prima autrice dello studio. “L’allungamento porta poi all’aumento di particolari strutture dentro i mitocondri, deputate proprio alla produzione di energia per la cellula: questo meccanismo le permette di sopravvivere con quel poco che ha a disposizione. Ci sono pero’ delle malattie genetiche in cui l’allungamento dei mitocondri non avviene e questo si traduce in una sentenza di morte per la cellula”. Ed e’ proprio in questo senso che questa scoperta apre interessanti prospettive terapeutiche: conoscere questo meccanismo potrebbe suggerire delle strategie farmacologiche per mantenere le cellule in salute grazie all’aiuto dei mitocondri. “Siamo gia’ al lavoro in questo senso, grazie anche a un recente finanziamento di Telethon, il Program Project, che coinvolge anche altre tre gruppi di ricerca italiani da anni impegnati nello studio delle malattie mitocondriali” conclude Scorrano.