Fertilità, un bene da conservare: se ne discute oggi e domani a Napoli presso la SUN

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Napoli, 16 dicembre 2011. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che circa l’8-10% delle coppie ha problemi di infertilità. In particolare, nei paesi occidentali circa 1 su 6 in età feconda si ritrova a vivere il dramma dell’insuccesso: non arriva alla gravidanza o non riesce portarla a termine.

In Italia, ogni anno circa il 15% delle coppie che desiderano un figlio scopre di essere infertile ma, di queste, solo il 40% si rivolge ad uno specialista.

 

Oltre che alle patologie dell’apparato riproduttivo, oggi le cause dell’infertilità sono riconducibili principalmente all’età avanzata in cui si cerca il primo figlio, all’inquinamento ambientale, all’aumento delle malattie sessualmente trasmissibili.

 

Proprio sulle problematiche riproduttive si apre oggi a Napoli, presso la facoltà di Medicina e Chirurgia della Seconda Università di Napoli (SUN), il Congresso “PMA: tra alta tecnologia e S.S.N.”, organizzato dal Prof. Nicola Colacurci, Direttore del Dipartimento di Scienze Ostetriche, Ginecologiche e della Riproduzione della SUN.

In questa occasione verrà inaugurata la nuova sede del Centro di PMA della SUN, che presenta una potenzialità di oltre 500 cicli l’anno, offrendosi come polo di riferimento regionale a tali problematiche.

 

“Abbiamo organizzato questo evento – ha dichiarato il Prof. Colacurci – con l’obiettivo di promuovere la cultura della prevenzione dell’infertilità attraverso l’informazione e la sensibilizzazione degli operatori del Servizio Sanitario Nazionale e delle categorie professionali che si occupano della tutela della salute riproduttiva. La fertilità, infatti, è un bene temporaneo da preservare e tutelare dai fattori di rischio.

Il Congresso sarà inoltre l’occasione per discutere delle difficoltà che i Centri di PMA campani hanno nel soddisfare le richieste, sempre maggiori, delle coppie infertili regionali che si rivolgono a loro.”

 

Secondo quanto riportato nell’ultima relazione del Ministero della Salute al Parlamento, nel 2009 in Campania erano attivi 41 centri PMA su un totale di 350 centri attivi in Italia (l’11,7% della totalità dei centri italiani) di cui 12 pubblici e 29 privati. Nello stesso anno sono stati eseguiti 4327 cicli con tecniche a fresco (9% del totale di cicli totali in Italia) con una percentuale di successi pari al 22%.

 

Nonostante ciò, si assiste al fenomeno della migrazione delle coppie infertili campane verso il Nord: infatti, nel 2009 oltre il 40 % dei cicli effettuati in strutture del Nord Italia, pubbliche o private convenzionate, sono state effettuate su donne del Sud Italia, provenienti prevalentemente dalla Campania.

Questo esodo di pazienti verso il Nord Italia fa si che i fondi della regione Campania vengano convogliati verso quei centri PMA piuttosto che verso quelli campani; col tempo quindi le strutture dell’Italia settentrionale godranno sempre di un maggior sviluppo, a discapito  dei centri pubblici campani che, per mancanza di adeguate politiche regionali, non riusciranno a soddisfare la richiesta locale.

 

Proprio su questo tema, il Convegno riunirà in una tavola rotonda le massime autorità accademiche e alcuni esponenti istituzionali quali il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il Senatore Raffaele Calabrò della Commissione Igiene e Sanità al Senato, il Magnifico Rettore della seconda Università di Napoli Prof. Francesco Rossi. In questa sede si valuteranno i possibili interventi pratici da realizzare quanto prima.

 

Nel corso del congresso, inoltre,  i maggiori esperti nazionali in medicina della riproduzione si confronteranno sui più recenti progressi in campo scientifico e sullo stato dell’arte delle conoscenze sia cliniche che laboratoristiche al fine di incrementare ulteriormente la percentuale di successo di bambini in braccio ottenuti con le tecniche di PMA.

 

In particolare verrà presentata una nuova metodica per la valutazione della qualità embrionale messa a punto dal Dipartimento di Ginecologia della SUN in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Sperimentale – Medicina del Lavoro.

Infatti, il successo riproduttivo in PMA è strettamente correlato alla possibilità di  trasferire gli embrioni di migliore qualità. Attualmente la  valutazione  della qualità embrionale si basa essenzialmente su criteri morfologici, ma, utilizzando tali  parametri, i 2/3 dei cicli  falliscono e 8 embrioni su 10  non si impiantano .

Si è reso, quindi, necessario definire parametri differenti di qualità embrionale.

Di grande interesse in quest’ambito è la ricerca di sostanze prodotte dall’embrione e secrete nel terreno di cultura prima del suo trasferimento in utero, come determinanti di qualità embrionale: a Napoli il Prof. Alfredo Izzo riferirà dell’esperienza iniziale della SUN con la nuova metodica di analisi proteomica dei fluidi follicolari e del secretoma embrionale di pazienti sottoposte a tecniche di fecondazione in vitro,  attraverso la quale è possibile validare potenziali biomarker di vitalità embrionale.

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