Alzheimer: per un malato su 4 la malattia è tabù.

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Stigma ed esclusione sociale i principali ostacoli che le persone con demenza e le persone che li assistono incontrano: ad affermarlo sono il 75% dei malati e il 64% dei familiari, mentre il 40% dei malati afferma anche di sentirsi evitato o trattato in modo «diverso». I dati emergono dal Rapporto mondiale Alzheimer 2012 «Superare lo stigma della demenza» presentato oggi a Milano, New York e Londra in occasione della XIX Giornata Mondiale Alzheimer.

Il rapporto, diffuso oggi dall’Alzheimer’s Disease International (ADI) e in Italia dalla Federazione Alzheimer Italia, si basa su un sondaggio condotto su 2.500 persone (malati e familiari) in oltre 50 Paesi, e mette in evidenza che quasi una persona con demenza su 4 (24%) nasconde la propria diagnosi a causa dello stigma che circonda la malattia, e quasi due malati su tre e i loro familiari ritengono che ci sia una fondamentale incomprensione della malattia.

«Lo stigma – afferma Nicole Batsch, autrice del Rapporto – resta un ostacolo per tutte le iniziative relative alla demenza, come migliorare l’assistenza e il sostegno alle persone con demenza e ai loro familiari e trovare i finanziamenti per la ricerca. Il rapporto rivela che i malati e i familiari che se ne prendono cura si sentono emarginati dalla società. Ciò che vogliono è essere trattati come persone normali, guardando alle loro abilità residue e non alle loro incapacità».

La demenza di Alzheimer oggi colpisce circa il 5% delle persone con più di 60 anni e in Italia si stimano circa 500 mila malati. Nel mondo sono circa 18 milioni, e si stima che nel 2025 saranno 34 milioni. È la forma più comune di demenza senile, uno stato provocato da un’alterazione delle funzioni cerebrali che implica serie difficoltà per il paziente nel condurre le normali attività quotidiane. La malattia colpisce la memoria e le funzioni cognitive, si ripercuote sulla capacità di parlare e di pensare ma può causare anche altri problemi fra cui stati di confusione, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale. La malattia prende il nome da Alois Alzheimer, neurologo tedesco che per la prima volta nel 1907 ne descrisse i sintomi e gli aspetti neuropatologici.
(Il Sole 24 -Salute)

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