L’ormone di salute e sazietà nelle donne

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Ricercatori in Svezia hanno scoperto che la neurotensina, un ormone della sazietà prodotto nel cervello e nell’intestino umano e che circola nel sangue, potrebbe far aumentare il rischio di infarto, cancro al seno e diabete nelle donne.

Presentato sul Journal of the American Medical Association (JAMA), lo studio ha trovato anche un legame tra la neurotensina e la morte prematura nelle donne, nel quale le malattie cardiovascolari sono risultate uno dei fattori significativi. Lo studio fa luce sulla valutazione del rischio e la ricerca sulle cure preventive.

“È stato sorprendente trovare un legame così chiaro con il rischio di diabete tipo 2, le malattie cardiovascolari e il cancro al seno,” ha detto l’autore principale, Olle Melander, un professore del Dipartimento di Scienze cliniche dell’Università di Lund e medico specialista all’Ospedale universitario della Scania in Svezia. “L’obesità è fattore di rischio comune per tutte e tre le malattie, ma il collegamento con la neurotensina non è spiegato dall’obesità o da altri fattori di rischio conosciuti.”

La ricerca precedente ha determinato che l’ormone ha un ruolo nella digestione e nel dolore del tratto gastrointestinale e gli animali cui era stata iniettata neurotensina mostravano abitudini alimentari alterate.

“È la prima volta che un ormone della sazietà viene legato a queste comuni malattie nelle donne,” ha commentato il co-autore, la professoressa Marju Orho-Melander del Dipartimento di Scienze cliniche dell’Università di Lund. “Si apre quindi un nuovo campo per continuare la ricerca sulla valutazione del rischio e le cure preventive.”

Secondo i ricercatori, è interessante che queste scoperte siano vere solo per le donne. Anche se le informazioni sulla ricerca sul cancro al seno sono standard, non sono disponibili molti dati sullo sviluppo di malattie cardiovascolari nelle donne.

I ricercatori dicono che la forte associazione tra la neurotensina e queste malattie nelle donne influenza l’aspettativa di vita delle donne. Hanno aggiunto che questo legame sostiene l’idea che la neurotensina possa essere usata come marcatore di rischio clinico per queste malattie. Le scoperte offrono al mondo della medicina anche nuove opportunità per un’identificazione precoce delle donne che sono maggiormente a rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. I fattori di rischio attualmente conosciuti non permettono ai ricercatori di prevedere quando questa malattia si presenterà nelle donne. Questi risultati possono rendere possibile per i pazienti ricevere prima cure preventive.

“Poiché l’ormone circola nel corpo attraverso il sangue, i suoi livelli possono essere misurati con un normale esame del sangue, il che è un vantaggio,” ha detto il professor Melander.

I ricercatori hanno esaminato campioni di sangue provenienti da oltre 4.600 persone che hanno partecipato allo studio Malmö su dieta e cancro in Svezia. Tutti i soggetti hanno dato campioni di sangue nel corso di diversi anni, rendendo così possibile ai ricercatori identificare una connessione tra i livelli di neurotensina e le donne che in seguito hanno sviluppato una delle tre malattie.

I malati che seguono una dieta a basso contenuto di grassi potrebbero ridurre la produzione di neurotensina, il che a sua volta potrebbe regolare i livelli di neurotensina, sostengono i ricercatori. Ma se la neurotensina deve essere l’obiettivo della cura, bisogna prima stabilire un rapporto causale, aggiungono. I ricercatori credono che gli attuali studi genetici potrebbero contribuire all’identificazione di questo rapporto.

Per maggiori informazioni, visitare:

Università di Lund:
http://www.lunduniversity.lu.se/

Journal of the American Medical Association:
http://jama.jamanetwork.com/journal.aspx

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