Leucemia: primi risultati con la cura a base di cellule staminali

“Una sorta di ‘super cellule’ con la doppia funzione di riconoscere e uccidere le cellule tumorali. Si tratta di anticorpi monoclonali che creano una sorta di ‘ponte’ tra cellule tumorali, in particolare le cellule della leucemia linfoblastica acuta, e i linfociti T che le distruggono.

Gli studi sono decisamente impegnativi e richiedono sforzi non indifferenti. Il Gaslini dal 2012 ha aperto una nuova ‘Cell factory’ cioe’ ‘fabbrica di cellule’, per lo studio delle staminali e per l’allestimento delle terapie cellulari. Sono strutture che necessitano di importanti investimenti sia in capitale umano competente sia in finanziamenti adeguati, ma alcune terapie sono in sperimentazione anche al Gaslini e rappresentano una risorsa molto importante per tutti quei pazienti in cui le terapie standard hanno fallito. I ricercatori di tutto il mondo stanno sviluppando un nuovo gruppo di agenti in grado di potenziare l’attivita’ immunologica contro i tumori. Queste sostanze, denominate BiTE (bi-specific T-cell engagers) in grado di legarsi contemporaneamente a due diversi tipi di antigene, un citotossico cellulare (usando un recettore come il CD3) e l’obiettivo terapeutico: le cellule tumorali da distruggere. Una sostanza, blinatumomab, agisce contro il linfoma non-Hodgkin e contro la leucemia linfoblastica acuta. Gli studi dimostrano che blinatumomab, legandosi alle cellule T, riesce a localizzare ed eradicare le cellule tumorali nel midollo spinale, riuscendo, in alcuni bambini, a determinare la completa remissione del tumore. Un’altra sostanza denominata brentuximab vedotin, recentemente approvata dalla Fda per il trattamento degli adulti con linfoma non-Hodgkin recidivo o refrattario e contro la leucemia linfoblastica acuta, si e’ dimostrata efficace anche nei bambini, determinando una completa remissione della malattia nel 67% dei piccoli trattati e una stabilizzazione della malattia nei rimanenti. In attesa che questi nuovi farmaci siano disponibili, gli esperti lavorano anche su nuove tecniche per migliorare i trapianti di midollo, e anche in questo caso le protagoniste sono le cellule staminali, stavolta in positivo. “In pazienti con leucemie ad alto rischio – evidenzia Moretta – l’unico modo per ottenere la guarigione e’ con il trapianto di midollo. Il donatore deve essere compatibile, e riusciamo a trovarne uno in circa il 60% dei casi. Per il restante 40% oggi e’ possibile utilizzare il trapianto aploidentico, grazie al quale il 70% dei bambini riesce a guarire da leucemie altrimenti mortali”.
La ricerca, naturalmente, guarda anche ad altre forme tumorali. Al Gaslini sono in corso studi per identificare le cellule staminali del melanoma e utilizzare cellule natural killer per eliminare sia le cellule del tumore sia le cellule staminali tumorali. “Altre ricerche riguardano il neuroblastoma, il tumore solido piu’ frequente nell’eta’ pediatrica, che nelle forme metastatiche e’ ancora letale in piu’ del 50% dei casi – prosegue Locatelli – e anche qui ci sono studi che dimostrano come e’ possibile ingegnerizzare i linfocii con un recettore chimerico per una molecola espressa sulle cellule di neuroblastoma, legarle ed eliminarle grazie alle cellule killer.