Ipertensione: diventa una cura un’ora di sonno in più
Non solo all’umore, alla memoria e al cervello: un buon sonno ristoratore, magari più lungo di un’ora rispetto alla media delle sette ore, può aiutare anche a tenere sotto controllo la pressione alta. E i primi benefici si notano già a partire dalle prime sei settimane.
Lo studio, pubblicato sul Journal of Sleep Research da un gruppo di ricercatori della Harvard Medical School di Boston (Usa) guidati da Monika Haack, ha messo infatti in evidenza che gli uomini e le donne che dormono regolarmente meno di sette ore per notte rischiano di incorrere in valori della pressione sanguigna più alti della norma più spesso dei coetanei che invece, a parità di stile di vita, dormono più a lungo.
La mancanza di sonno e uno stile di vita stressante sono da ormai molto tempo associati a un aumentato rischio d’ipertensione (valori pressori sopra i 140mmHg/90mmHg).
Secondo i ricercatori riposare meno di 7 ore per notte influirebbe sulle capacità dell’organismo di affrontare nel corso della giornata gli ormoni dello stress, responsabili di alterare la pressione sanguigna. Nonostante la preliminarietà dei risultati ottenuti, affermano i ricercatori, un maggior numero di ore di sonno a notte dovrebbe essere prescritto, insieme alla terapia, a chi soffre di pre-ipertensione o pressione alta.