Dolore infiammatorio e neuropatico: in alcune erbe cinesi estratto utile

0

Alcuni estratti provenienti da erbe cinesi sembrano essere utili nel combattere il dolore infiammatorio e neuropatico, senza creare dipendenza, così come avviene per certi farmaci.

Estratti di erbe tradizionalmente usate nella Medicina Tradizionale Cinese si sono rivelati efficaci contro il dolore cronico.
Accade a volte che le medicine antiche, millenarie, siano più efficaci di certi trattamenti moderni. Probabilmente proprio a causa del fatto che in tutti questi anni sono state più che collaudate.
Tra queste, è stato preso in esame un composto derivato dalla Medicina Tradizionale Cinese (MTC) che sembra essere molto attivo nel controllo del dolore da infiammazione e da problemi neurologici.

A suggerirlo, sono stati alcuni ricercatori della University of California Irvine (UC Irvine), che hanno testato le virtù analgesiche della radice della pianta di Corydalis yanhusuo. Pianta da tempo conosciuta per il suo contenuto in Tetrahydropalmatine (THP), un alcaloide già riprodotto sinteticamente con il nome di “Levo-THP”, sfruttato come alternativa ai classici ansiolitici e analgesici a base di benzodiazepine, oppiacei eccetera.

Lo studio dell’UC Irvine è riuscito a isolare un nuovo composto presente nelle radici, denominato dehydrocorybulbine (DHCB). E’ stato proprio tale composto ha rivelarsi utile, sulle cavie da laboratorio, nel diminuire il dolore infiammatorio, spesso associato a danni ai tessuti e infiltrazioni di cellule immunitarie. Allo stesso modo, si è dimostrato utile nella riduzione del dolore neuropatico causato da problemi al sistema nervoso. Quest’ultimo dato è di fondamentale importanza considerando che, a oggi, non esistono trattamenti efficaci per questo tipo di dolori.

Altro significativo risultato è stato anche che il DHCB non crea assolutamente dipendenza, come invece tende a fare la morfina: unica sostanza attualmente conosciuta per la riduzione dei forti dolori.
«Oggi l’industria farmaceutica fatica a trovare nuovi farmaci – spiega il dottor Olivier Civelli – Eppure per secoli le persone hanno usato rimedi erboristici per affrontare una miriade di condizioni di salute, compreso il dolore. Il nostro obiettivo è stato quello di identificare i composti in questi rimedi a base di erbe che possono aiutare a scoprire nuovi modi per trattare problemi di salute. Siamo entusiasti perché questo studio mostra la promessa di un farmaco efficace. E mostra anche un modo diverso di comprendere il meccanismo di dolore».

I risultati dello studio, che verranno divulgati il 20 gennaio su Current Biology, sono il frutto di una collaborazione con il professor Xinmiao Liang dell’Istituto di Chimica Fisica di Dalian in Cina che ha lavorato alla creazione di un progetto chiamato “Herbalome”, al fine di permettere la globalizzazione della fitoterapia medica cinese. Civelli collabora al progetto da 25 anni, mentre il team di UC ha suggerito l’applicazione di una sorta di “farmacologia inversa” al fine di scoprire tutte le virtù delle erbe usate tradizionalmente in MTC.

In questo caso sono stati testati dieci tipi di fitofarmaci conosciuti già anticamente come analgesici e sono stati individuati 500 composti in grado di dare sollievo al dolore. Tra tutte, sembra che solo il DHCB possa avere un effetto riproducibile.

Tradizionalmente, la pianta è utilizzata in Cina, in Siberia e in Giappone contro dolori mestruali, al petto e all’addome. Da tempo viene adoperato anche come analgesico ma non era ancora mai stato isolato il DHCB.
Trovare una soluzione al dolore cronico e neuropatico è di fondamentale importanza e rappresenta forse una delle più grandi sfide della medicina moderna, visto l’incredibile numero di persone affetta da questa patologia.
Secondo il dottor Civelli, la soluzione è attingere dall’antica conoscenza medica cinese ed elaborare un trattamento che possa portare una vera e propria svolta.
Ovviamente, prima di sviluppare un farmaco a base di tale sostanza, è necessario testare l’eventuale tossicità della molecola isolata, rispetto alla già ipercollaudata radice.
Attualmente si può comunque acquistare l’estratto della pianta di Coydalis per tentare di avere un po’ di sollievo.

La ricerca è stata finanziata dal National Institutes of Health, dal National Alliance for Research on Schizophrenia & Depression, dal Tourette Syndrome Association, il National Natural Science Foundation of China, e il National High-Tech Research & Development Program of China.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *