[immunomodulatore ribosomiale] farmaco preventivo dimezza possibilità di contrarre virus A

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Un ‘farmaco scudo’ che riduce anche del 50% i rischi di complicazioni respiratorie provocate in prevalenza dai virus dell’influenza e della nuova influenza, e da altri virus respiratori tipici della stagione fredda. E’ una scoperta tutta italiana: il rischio si riduce in misura determinante, fino al 50% nelle persone che vanno incontro a diversi episodi ricorrenti, in chi si sottopone a una terapia a base di immunomodulatore ribosomiale, farmaco che stimola il sistema immunitario a reagire in modo più efficace agli agenti infettivi.


I ricercatori italiani hanno pubblicato alcuni lavori sull’ultimo numero di Allergy and Asthma Proceedings, la rivista ufficiale delle società allergologiche americane. Uno degli autori, il virologo milanese Fabrizio Pregliasco, spiega che l’azione del farmaco sul sistema immunitario è ampia e diversificata: “L’immunomodulatore ribosomiale può rappresentare un aiuto per ridurre il rischio di essere infettati dal virus, anche quello della nuova influenza A, in particolare per chi non potrà essere vaccinato». Il virologo precisa che «tutte le fasi della risposta immunitaria contro i patogeni batterici e virali sono condizionate dall’immunomodulatore ribosomiale”: lo sono cioè tanto i meccanismi aspecifici, diretti verso tutte le infezioni, quanto quelli specifici, destinati a contrastare in modo preciso virus e batteri comunemente implicati nelle infezioni respiratorie della stagione fredda. Gli autori hanno preso in esame, analizzato e comparato diversi studi, giungendo a una conclusione indubbia: un ciclo di trattamento con questo farmaco riduce non solo la frequenza delle infezioni, ma anche la loro gravità e durata. Il pediatra e allergologo Alessandro Fiocchi, primario alla Macedonio Melloni di Milano e autore di un altro lavoro pubblicato sullo stesso numero della rivista, aggiunge che “l’immunomodulatore ribosomiale è efficace nel prevenire le infezioni broncopolmonari ricorrenti e le infezioni di orecchio, naso e gola anche nei bambini”. Fiocchi ha osservato che il farmaco “riduce il numero, la gravità e la durata degli episodi infettivi, il consumo di farmaci necessari per curarli, i giorni di astensione dal lavoro o da scuola”. Dalla valutazione dei dati disponibili, la riduzione di episodi infettivi nei bambini è almeno del quaranta per cento, con percentuali maggiori (anche oltre il 50 per cento) nei bambini che soffrono di asma bronchiale. Le osservazioni dei ricercatori italiani attenuano le preoccupazioni per l’imminente stagione fredda, che prospetta un aumento del numero di malati per influenza ? a causa del nuovo virus A/H1N1 ? da due a tre volte rispetto alla precedente. L’immunomodulatore ribosomiale può rappresentare uno strumento determinante da affiancare al vaccino e alle precauzioni igieniche. Peraltro i ricercatori italiani considerano l’utilità del farmaco anche nelle persone che riceveranno il vaccino contro l’influenza A. “Questo farmaco migliora la risposta alla vaccinazione antinfluenzale aumentando la quantità di anticorpi prodotti – afferma Fiocchi – Questo effetto – prosegue il clinico milanese – è particolarmente utile nei bambini, i quali hanno un sistema immunitario ancora immaturo”.


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