L’origine del tumore ‘infettivo’ che sta decimando i diavoli della Tasmania

0
Cellule di Schwann

Una ricerca ha permesso di identificare un marker genetico per la diagnosi di questo tumore “infettivo” che sta decimando la specie.

Il tumore facciale infettivo che ha decimato la popolazione di diavoli della Tasmania ha probabilmente origine dalle cellule di Schwann, che avvolgono e proteggono le fibre nervose.


A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori australiani e americani che ne riferiscono in un articolo pubblicato su “Science” a prima firma Elizabeth Murchison del Cold Spring Harbor Laboratory (CSHL).
un bell'esemplare di diavolo della tasmania

La scoperta è stata resa possibile grazie all’analisi genetica delle cellule tumorali, che ha permesso di identificare un marker genetico per la diagnosi di questo cancro, noto come DFTD (devil facial tumor disease).

Il DFTD è un tipo unico di cancro che si trasmette da animale ad animale con il morso o con altri contati fisici, in cui cellule cancerose sono passate da un individuo all’altro. A parte un solo altro tumore che può colpire i cani, si tratta dell’unico tipo di tumore che si trasmetta secondo questa modalità. Per lo più il tumore colpisce la faccia e il muso, ma può diffondersi anche agli organi interni e per esso finora non sono disponibili né test diagnostici né trattamenti efficaci o vaccini.

“La nostra scoperta rappresenta un importante passo in avanti nella corsa al salvataggio del diavolo della Tasmania dall’estinzione”, osserva la Murchison, che sottolinea come la ricerca abbia fornito un metodo per distinguere la DFTD da altri tipi di tumore che colpiscono il diavolo, consentendo una più facile identificazione e l’isolamento degli animali colpiti.

L’analisi genetica ha assodato che i tumori che passano da un animale all’altro sono geneticamente identici, cloni che hanno avuto origine da una singola linea cellulare. Grazie alla definizione del trascrittoma del tumore, ossia dell’intero insieme di geni attivi e silenziati nelle cellule tumorali.

Confrontando questo risultato con quello relativo alle cellule degli altri tessuti, i ricercatori hanno poi potuto concludere che il tumore ha tratto origine dalle cellule di Schwann, anche se ancora non si capisce come esso abbia assunto la capacità “infettiva” che lo caratterizza. I ricercatori hanno anche compilato un catalogo dei geni che possono influire sulla patologia e sulla trasmissione del tumore.

“Ora che abbiamo un buon quadro del profilo genetico del tumore possiamo iniziare a dare la caccia ai geni e alle vie coinvolte nella sua formazione”, ha concluso Gregory J. Hannon, che ha preso parte allo studio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *