E’ arrivato Prasugrel, l’antiaggregante di nuova generazione contro la SCA

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Il più efficace antiaggregante piastrinico da oggi anche in Italia.  Riduce gli eventi cardiovascolari trombotici in pazienti affetti da sindromi coronariche acute sottoposti a intervento coronarico percutaneo di quasi il 20%  rispetto alle terapie attualmente a disposizione. Un’arma in più per evitare ‘ricadute’ alle persone già colpite da Sindrome Coronarica Acuta (SCA).

16 febbraio 2010 – Da oggi a disposizione dei cardiologi italiani Prasugrel, il nuovo farmaco antiaggregante, sviluppato da Eli Lilly e Daiichi Sankyo, che ha dimostrato di ridurre del 19% gli eventi cardiovascolari maggiori e del 50% il rischio di trombosi da stent. Prasugrel è un antiaggregante di nuova generazione che aiuta a prevenire l’aggregazione delle piastrine e la conseguente formazione di coaguli, che possono bloccare l’arteria .

Lo studio che ha portato al suo arrivo, ottenendo l’approvazione di tutti gli enti regolatori, è stato compiuto su oltre 13mila pazienti colpiti da Sindrome Coronarica Acuta (SCA) e sottoposti a intervento di rivascolarizzazione o PCI (Intervento coronarico percutaneo), e ha messo a confronto l’efficacia di prasugrel rispetto all’antiaggregante oggi più utilizzato, clopidogrel.

“I dati dello studio cardine di Fase 3 TRITON-TIMI 38 dimostrano in maniera inequivocabile che prasugrel è l’antiaggregante più efficace nel ridurre il rischio combinato di morte cardiovascolare, infarto del miocardio o ictus rispetto all’attuale standard terapeutico, in un’ampia serie di tipologie di pazienti”, ha dichiarato Leonardo Bolognese, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare, Ospedale San Donato di Arezzo. “Prasugrel rappresenta quindi una nuova opzione importante per i pazienti affetti da SCA che colpisce in Italia circa 135mila persone, 60mila delle quali vengono poi sottoposte a PCI.

“La maggior efficacia di prasugrel si deve principalmente alla sua capacità di trasformarsi completamente da ‘profarmaco’ in farmaco ossia nel metabolita attivo che ha effetto farmacologico. La protezione del paziente colpito da SCA e sottoposto a PCI aumenta con prasugrel che rilascia il suo principio attivo ‘tutto e subito’ mettendo cioè velocemente ogni paziente al riparo da ulteriori eventi – ha aggiunto Stefano De Servi, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare, Ospedale di Legnano – nel caso del clopidogrel questo avviene invece solo per il 15% del prodotto mentre l’85% rimane sotto forma di metabolita inattivo”. Come ad ogni tappa nella storia dello sviluppo di terapia antipiastriniche più’ efficaci, anche il nuovo farmaco ha presentato un aumento del rischio di sanguinamento, gestibile mediante la selezione del paziente idoneo, identificabile in base a pochi parametri clinici.

LA RIDUZIONE DELLE OSPEDALIZZAZIONI

Diminuire sensibilmente le recidive, ovvero eventi cardiaci secondari nelle persone già colpite da SCA e sottoposte a PCI: questa è la prospettiva con l’arrivo della nuova opzione terapeutica rappresentata da Prasugrel. Recidive che, come emerso dallo studio Cineca, risultano verificarsi nel 21% dei pazienti, i quali sono costretti a tornare in ospedale perché colpiti da un secondo evento. La riduzione delle ospedalizzazioni rappresenta anche un vantaggio dal punto di vista dell’impatto sul Sistema Sanitario: sempre secondo i dati di Cineca, infatti, il ‘peso’ sulle casse del Sistema Sanitario Nazionale del paziente colpito da Sindrome Coronarica, in termini economici valutato intorno agli 11.000 euro, si concentra per l’83% tra le mura ospedaliere. Di contro la spesa per la somministrazione dei soli antiaggreganti per un anno vale il 2,2% del totale.

LO STUDIO CLINICO TRITON-TIMI 38

L’assunzione di prasugrel con aspirina dopo un intervento di PCI ha dimostrato, grazie a uno studio di Fase 3 chiamato TRITON-TIMI38 su 13.608 pazienti, di ridurre, rispetto all’attuale standard terapeutico costituito da clopidogrel e aspirina, le probabilita’ di un evento cardiaco e della formazione di coaguli sanguigni provocati dallo stent  tra i pazienti affetti da sindromi coronariche acute.

La protezione del paziente colpito da SCA e sottoposto a PCI aumenta con prasugrel che rilascia il suo principio attivo ‘tutto e subito’ mettendo cioe’ velocemente ogni paziente al riparo da ulteriori eventi, nel caso di clopidogrel questo avviene invece solo per il 15% del prodotto mentre l’85% rimane sotto forma di metabolita inattivo.

Il trattamento con prasugrel deve essere iniziato con una dose da carico di 60mg, seguita da una dose di mantenimento di 10mg una volta al giorno. I pazienti che assumono prasugrel devono inoltre assumere tra 75mg e 325mg di aspirina per via orale una volta al giorno, secondo le istruzioni del proprio medico. Il rischio di emorragia è risultato superiore nei pazienti trattati con prasugrel di età pari o superiore 75 anni, o di peso inferiore a 60kg, o con storia di attacchi ischemici transitori (TIA) o ictus. Prasugrel è controindicato in pazienti con TIA / ictus all’anamnesi. Inoltre, per i pazienti che pesano meno di 60Kg, la dose di mantenimento giornaliera sarà ridotta a 5mg. Prasugrel non è generalmente raccomandato in pazienti di età pari o superiore a 75 anni, se non dopo attenta valutazione del rapporto beneficio/rischio individuale da parte del medico che prescrive la terapia. In questo caso la dose di mantenimento sarà di 5 mg (i dati a sostegno della dose di 5 mg si basano solamente su analisi farmacodinamiche / farmacocinetiche).

Prasugrel, antipiastrinico orale, è stato approvato per l’impiego clinico in Europa nel febbraio 2009. Il 10 luglio 2009 la FDA ha approvato l’uso del prasugrel per la riduzione degli eventi trombotici cardiovascolari (compresa la trombosi degli stent) nei pazienti con sindrome coronarica acuta, che devono essere sottoposti a intervento coronarico percutaneo (PCI) primario o ritardato.

Il farmaco appartiene alla categoria delle tienopiridine, una classe di inibitori della sintesi dei recettori dell’ADP, classe cui appartengono anche la ticlopidina e il clopidogrel. Prasugrel agisce inibendo l’attivazione delle piastrine e la successiva aggregazione, bloccando il recettore per l’adenosindifosfato (ADP) P2Y12 sulla superficie piastrinica. Gli agenti antipiastrinici impediscono che le piastrine si accumulino o si aggreghino, con possibilità di occlusione delle arterie fino al rischio di infarto miocardico o ictus.

Informazioni su Daiichi Sankyo

Daiichi Sankyo Co., Ltd., Global Pharma Innovator, è stata fondata nel 2005 dalla fusione di due grandi aziende farmaceutiche giapponesi.  Questa integrazione ha creato un’organizzazione più robusta, dedicata allo sviluppo continuo di nuovi farmaci da farmaceutica innovativa globale, che genera costantemente farmaci, per migliorare la qualità di vita dei pazienti in tutto il mondo. L’attenzione principale della Ricerca e Sviluppo di Daiichi Sankyo è sulle malattie tromboemboliche, le neoplasie maligne, il diabete mellito e le malattie autoimmuni. Ugualmente importanti l’ipertensione, l’iperlipidemia o aterosclerosi e le infezioni batteriche. Per ulteriori informazioni, visitare il sito web www.daiichisankyo.co.jp/eng.

Informazioni su Eli Lilly

Eli Lilly, società farmaceutica multinazionale basata sull’innovazione, sta sviluppando un crescente portafoglio di prodotti farmaceutici della più elevata qualità a livello mondiale applicando la ricerca più avanzata nei propri laboratori di tutto il mondo e grazie alle collaborazioni avviate con eminenti organizzazioni scientifiche. Con sede a Indianapolis, Indiana, Lilly risponde con i farmaci e le informazioni ad alcune delle più urgenti esigenze mediche al mondo.

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