Vaccino anti HPV: protegge anche da verruche e lesioni genitali

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Non solo protegge dal cancro. Il vaccino contro l’Hpv (Human papilloma virus, il Papilloma virus umano) è in grado di difendere l’organismo dal cancro al collo dell’utero, alla vagina e alla vulva ma anche di ridurre l’insorgenza della neoplasia intraepiteliale cervicale (CIN, un precursore del cancro alla cervice), di diminuire il pericolo di sviluppare lesioni genitali esterne e di prevenire lo sviluppo di anomalie citologiche responsabili di diverse patologie. È quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori del National Institute of Cancer di Bogotá (Colombia) diretto da Nubia Muñoz, direttore della struttura, e pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute. Dallo studio è emerso che il vaccino, rivolto principalmente alle adolescenti e alle giovani donne, può portare alla riduzione dello sviluppo dei condilomi genitali e di altre anomalie cellulari, spesso precursori dei tumori del collo dell’utero, della vulva e della vagina.

Muñoz e colleghi hanno studiato 17.622 donne in età fertile che hanno effettuato il vaccino quadrivalente contro 4 ceppi di Hpv, il 6 e l’11 – principali responsabili dei condilomi genitali – e il 16 e il 18, considerati i più pericolosi per lo sviluppo del cancro. Dallo studio è emerso che nelle donne che non avevano mai contratto il virus la vaccinazione è risultata efficace nel ridurre fino al 100% il rischio di sviluppare i diversi tipi di cancro e nell’abbassare significativamente il pericolo di sviluppare i condilomi genitali. Nel resto della popolazione femminile analizzata, invece, la vaccinazione ha ridotto il rischio di sviluppare lesioni, verruche genitali e anomalie citologiche a prescindere dal ceppo di virus contratto. La riduzione del rischio è risultata comunque statisticamente significativa.

“I nostri risultati forniscono prove evidenti che suggerire l’attuale programma di vaccinazione contro l’HPV alle ragazze adolescenti e alle giovani donne porterà entro alcuni anni a una notevole riduzione dei condilomi genitali e delle anomalie citologiche cervicali – spiegano gli autori -. “Si prevede che tali riduzioni alla fine si tradurranno in tassi più bassi di cancro alla cervice uterina, alla vulva e alla vagina”. (ASCA)

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