Cancro alla prostata: un virus ‘addestrato’ per distruggere selettivamente le cellule ‘pazze’

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il reovirus
Volontari su cui è stato iniettato questo ‘reovirus’ addomesticato per far ‘esplodere’ selettivamente le cellule cancerose nella massa tumorale prostatica.
Scienziati hanno scoperto un virus che con molte speranze potrà essere usato come arma contro il cancro alla prostata. Hanno iniettato in sei pazienti volontari il virus che è stato in grado di distruggere le cellule tumorali risparmiando il tessuto normale. Gli scienziati credono di poterlo far ‘lavorare’ anche contro altri tumori, come ad esempio quello del seno, delle ovaie, pancreas e contro alcuni tipi di cancro al cervello.
Le Reoviridae sono una famiglia di virus che possono colpire il sistema gastrointestinale (come il Rotavirus) e il tratto respiratorio: da qui il nome reovirus (respiratory, enteric, orphan virus). L’esposizione a questo patogeno porta moderati disturbi respiratori e gastrointestinali, quali lieve febbre o diarrea.

Lo studio canadese è il primo a testare il virus sul cancro alla prostata dopo la precedente ricerca in cui si è dimostrata la selettività di attacco del virus.
Titolare dello studio,il Dott. Don Morris, del Tom Baker Cancer Centre di Alberta, ha dichiarato: ‘I nostri risultati sono un trampolino di lancio per nuovi futuri studi e metodologie da usare per combattere il cancro alla prostata’
I ricercatori hanno reclutato sei uomini con cancro della prostata in fase precoce, in cui non aveva ancora iniziato a diffondersi. Su ciascun paziente è stata iniettata una singola soluzione del virus nel tumore – pratica guidata da ultrasuoni.
Tre settimane più tardi, i pazienti avevano la parte malata della ghiandola prostatica rimossa come parte del trattamento normale. Analisi del tessuto prostatico hanno evidenziato seccamente la morte delle cellule tumorali.
Tuttavia non vi era alcun segno di replicazione del virus nelle zone non cancerose della prostata. I risultati sono stati riportati ieri sulla rivista Cancer Research. Virus che sono conosciuti come ‘oncolitici’ sulle cellule tumorali bersaglio.
Il professor Robert Clarke, membro della tasca editoriale della rivista, ha dichiarato: ‘Si conosceva questa applicazione dei Reovirus in trials, ma nessuno di mia conoscenza ha condotto studi sul cancro della prostata. Penso che questo sia un approccio interessante. ‘Non c’è uno sviluppo di interesse sugli oncolitici, ma chiaramente si tratta di un settore che sta ottenendo sempre maggiore attenzione, e abbiamo bisogno di tutto il materiale possibile per portare avanti gli studi in tal senso.’ Ma i ricercatori dichiarano che sono indispensabili studi molto piu’ estesi per assicurarsi il successo della scoperta, e anche allora ci vorrà un decennio perché il trattamento sia reso disponibile.
Dr Helen Rippon, dal Prostate Cancer Charity, ha detto: ‘Anche se questa è una ricerca in fase iniziale, è particolarmente interessante in quanto ha la possibilità di fornire un nuovo trattamento per il cancro alla prostata localizzato, che può evitare i troppo frequenti effetti collaterali di radioterapia o interventi chirurgici. ‘Vi è, tuttavia, ancora una lunga strada da percorrere. Come pure gli ostacoli etici in cui ci si imbatte quando si usano virus vivi come terapie contro il cancro; c’è anche la questione della risposta immunitaria del corpo, che può aggredire e inattivare i virus prima che abbiano avuto la possibilità di fare il loro lavoro. “E ‘chiaro, inoltre, che il Reovirus è utile per il trattamento di tutti i tipi di tumore alla prostata MA non è del tutto evidente come distingue le cellule cancerose da cellule sane.”

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