Malattie respiratorie croniche: diagnosi piu’ tempestive e informazione piu’ capillare

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A Venezia un Meeting internazionale organizzato da AIMAR e patrocinato da AIPO  e SIMER per analizzare i costi della bronco pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), un importante problema di salute globale.


Venezia, 21 aprile 2010 – Le malattie respiratorie in Italia ed Europa costituiscono, nel loro insieme, un serio problema di salute pubblica. Hanno, infatti, importanti effetti negativi sulla qualità di vita dei pazienti oltre che gravi e sottostimati effetti economici sulle famiglie e sulla comunità in generale. Con il progressivo invecchiamento della popolazione, il peso di queste malattie è destinato inevitabilmente ad aumentare. Attualmente nel nostro Paese rappresentano la terza causa di morte e molte di queste, come la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) hanno un andamento cronico e ingravescente.
A questi temi è dedicata la conferenza dal titolo: “COPD a social disease: inappropriateness and Pharmaco-Economics. The role of the specialist: present and future” in programma a Venezia dal 21 al 22 aprile 2010 organizzato dall’Associazione Scientifica Interdisciplinare per lo Studio delle Malattie Respiratorie (AIMAR) con il patrocinio AIPO (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri) e SIMER (Società Italiana di Medicina Respiratoria) e sponsorizzata da Boehringer Ingelheim e Pfizer Italia, che vede riuniti oltre 100 specialisti pneumologi di livello nazionale ed internazionale. Il tema del meeting è focalizzato sul ruolo dello specialista pneumologo nell’individuare le inappropriatezze nel decorso clinico della BPCO e nel promuovere una corretta valutazione degli aspetti farmaco economici . Questi obiettivi sono perfettamente in linea con gli scopi della Global Alliance against Chronic Respiratory Diseases (GARD) dell’OMS e dell’iniziativa mondiale “Year of the Lung 2010”, sotto i cui auspici si pone l’iniziativa.

“Le strategie di controllo tentate finora a livello internazionale hanno modificato molto scarsamente l’impatto sociale di queste patologie perché non sono stati adottati criteri di diagnostica precoce in grado di identificare il prima possibile i soggetti a rischio di malattia e definirne criteri di controllo preventivologico, in primo luogo l’indagine spirometrica ed i test predittivi di malattia – dichiara il Dottor Franco Falcone, Presidente AIPO (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri) – I limiti di approccio a questa politica assistenziale, essenzialmente economici perché richiedono investimenti nelle età giovani o non avanzate, hanno come contraltare le enormi spese sociali che il singolo paziente, i suoi caregivers e la società nel suo complesso devono affrontare nelle fasi avanzate della malattia. In queste fasi d’altro canto è molto scarso l’impegno a promuovere le strutture di riabilitazione respiratoria e le unità di cura dell’insufficienza respiratoria, cosicchè – continua Falcone – si profila in modo chiaro la necessità di un rinnovato e forte impegno delle istituzioni nello sviluppo di un sistema di cure dedicato alle patologie respiratorie croniche invalidanti”.
Per questo motivo sono improcrastinabili sia a livello nazionale che internazionale strategie di prevenzione e controllo delle malattie respiratorie croniche, fondate su attività pianificate come la stima dell’impatto delle patologie stesse sulla popolazione, l’identificazione e la sorveglianza dei fattori di rischio (fumo di sigaretta, esposizioni professionali, inquinamento atmosferico, condizioni sociali, dieta), il monitoraggio e l’impatto della malattia, dei costi, della qualità e dell’accesso alle cure.

Se le malattie respiratorie sono destinate a esercitare un peso sempre maggiore a livello socio-economico, si rende necessaria la diffusione, tra specialisti e medici di medicina generale, di un sempre più attento e corretto approccio diagnostico e terapeutico.
Secondo lo Studio Osservazionale ICE (Italian Costs for Exacerbations in COPD), promosso da AIMAR, che ha coinvolto oltre 600 pazienti di 25 Centri sul territorio nazionale, con la finalità di stimare i costi diretti e indiretti della BPCO nei pazienti con riacutizzazioni, i costi annuali per il Servizio Sanitario Nazionale della BPCO nel singolo paziente associati alle riacutizzazioni sarebbero mediamente di 2.488 €, dove i costi diretti sanitari rappresentano il 97,4% e sono costituiti per il 77% da quello dei ricoveri.
“Lo studio ICE – ha dichiarato il Dottor Claudio F. Donner, Presidente AIMAR – ha messo in luce, anche in accordo con altre ricerche comparse in letteratura, alcune considerazioni fondamentali: la BPCO (nei pazienti con almeno una riacutizzazione che ha richiesto il ricovero) è una malattia con un costo sociale elevato. La gravità della malattia cresce in stretto rapporto alle caratteristiche dell’abitudine al fumo e i costi sanitari aumentano purtroppo in funzione della gravità. Qualunque strategia di intervento dovrebbe, dunque, essere rivolta innanzitutto alla dissuasione dal fumo, essendo dimostrato che se si smette di fumare il declino della funzionalità polmonare viene ridotto in modo significativo. Dal momento che la maggior parte dei costi, poi, è costituita da quelli ospedalieri – conclude il Dottor Donner – potrebbe essere conveniente puntare su una strategia di prevenzione e diagnosi precoce delle riacutizzazioni (che nel 42% dei casi comportano un ricovero) mediante l’ottimizzazione della fase diagnostica e delle gestione terapeutica”.

Di fondamentale importanza risulta quindi la diagnosi precoce della BPCO, spesso misconosciuta nelle fasi iniziali e confusa con i sintomi dell’abitudine al fumo, dal momento che i trattamenti oggi disponibili, farmacologici ma anche riabilitativi, sono molto efficaci e in grado di rallentare in modo sensibile la progressione della malattia e di ridurre sia il numero che la gravità delle riacutizzazioni .
In questa ottica, il Professor Stefano Centanni, Presidente di SIMeR (Società Italiana di Medicina Respiratoria), ricorda come ci siano attualmente solide evidenze scientifiche che mettono in luce i vantaggi di provvedimenti terapeutici in fase precoce di malattia. Il problema quindi di anticipare la diagnosi agli step meno gravi di BPCO appare essere  un obiettivo necessario per una migliore gestione della malattia  cui deve fortemente concorrere la comunità pneumologica .

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