Cancro ovarico: isolato un gene

“Secondo questo modo di vedere cio’ che e’ importante nella genesi del cancro sono le alterate e anomale interazioni fra le varie cellule che compongono un determinato tessuto; il cancro viene pertanto visto come un disturbo che origina all’interno della ‘societa’ delle cellule’, in altri termini un disturbo della comunicazione intercellulare – spiega -. Questo e’ chiaramente un cambiamento di paradigma che focalizza gli sforzi dei ricercatori a un livello diverso (tessuto e non cellula) dell’organizzazione gerarchica degli organismi viventi e quindi sposta l’enfasi non verso lo studio della suscettibilita’ ad ammalarsi di cancro ma verso lo studio della resistenza nei confronti della malattia. Solo considerando il cancro a questo alto livello di organizzazione si puo’ comprendere tale fenomeno. Questa deriva dalle complesse e complicate interazioni che si instaurano tra le centinaia di migliaia di cellule che costituiscono il cosiddetto ‘i’micro-ambiente’ a livello dei nostri tessuti. A loro volta la natura delle dinamiche d’interazioni derivano dal nostro ‘make up genetico’ ossia dall’assetto del nostro patrimonio genico che ovviamente puo’ variare da persona a persona (differenze genetiche) e che quindi spiegherebbe parte dei processi legati alla resistenza”. Nei prossimi giorni la ricerca sara’ pubblicata sulla rivista americana ‘Proceeding of the National Academy of the Sciences of the Usa’. Quello identificato nel laboratorio di Genetica Umana dell’Universita’ dell’Insubria e’ un gene chiamato ‘RNASET2’ e codifica per una proteina enzimatica che agisce nell’ambito del microambiente e stimola la produzione e il reclutamento di particolari cellule immunologicamente competenti chiamate macrofagi le quali a loro volta provvedono a circoscrivere la crescita tumorale e quindi contribuiscono a rafforzare la resistenza verso il tumore.