Un gruppo di ricercatori dell’Universita’ di Cagliari e’ riuscito a ottenere epatociti a partire da cellule isolate dalla placenta.

Si tratta di un importante passo avanti verso l’individuazione di una o piu’ strategie, sicure e riproducibili, alternative al trapianto del fegato, ad oggi unica terapia possibile per la cura delle patologie epatiche. L’assoluto rilievo della ricerca e’ confermata dalla recente pubblicazione dello studio sulla rivista Hepatology, una delle piu’ autorevoli in questo campo.
Purtroppo non e’ facile ottenere cellule epatiche: allo stato attuale, l’unica fonte sicura sono gli stessi fegati che sono cosi’ preziosi per chi e’ in attesa di un trapianto d’organo, per cui ne e’ preclusa la loro utilizzazione a scopo “sperimentale”. L’idea di utilizzare cellule della placenta, e in particolare della membrana amniotica, nasce dal fatto che questo tessuto, essendo anch’esso di origine embrionale, e’ costituito da cellule con notevole plasticita’, ovvero in grado di differenziarsi in cellule di diverso tipo. Non ci sono poi in questo caso le problematiche di natura etica cui va incontro lo studio delle cellule embrionali. Il progetto e’ nato dalla collaborazione con il Gruppo di Ricerca del professor Stephen Strom della University of Pittsburgh, Usa dove il dottor Fabio Marongiu – autore dello studio – ha svolto due anni di ricerca grazie al programma Master and Back sponsorizzato dalla Regione Sardegna. Ora il dottor Marongiu prosegue i suoi studi nell’equipe e nei laboratori del professor Ezio Laconi, e attualmente svolge la sua attivita’ grazie ad un assegno di ricerca. Gli studi proseguono per identificare le condizioni migliori per il differenziamento delle cellule placentari in epatociti.

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