Mammografia: in grado di dimezzare mortalità per cancro al seno

Vincere il cancro del seno e’ una questione di tempo: al Sud Italia, dove viene diagnosticato mediamente piu’ tardi, il rischio di morire per questa neoplasia e’ del 50% piu’ alto rispetto al Centro-Nord. La differenza fondamentale e’ l’accesso o meno alla mammografia che, da sola, puo’ ridurre del 45% la mortalita’.
E’ necessario, ad esempio, rinnovare i criteri finora utilizzati per lo screening che dovra’ essere ‘su misura’: familiarita’ o condizioni genetico-ereditarie, mammella densa, terapia ormonale sostitutiva, precedenti condizioni patologiche del seno predisponenti al cancro e presenza di impianti protesici sono elementi da considerare per dividere le donne in tre categorie di rischio (normale, medio e alto). Le stesse condizioni potranno orientare per una diversa modulazione sia dello strumento diagnostico da utilizzare (mammografia, ecografia, risonanza magnetica) che per un diverso timing degli esami.
Quindi non piu’ la mammografia ogni 2 anni a tutte le donne ma una personalizzazione dei controlli sulla base del rischio individuale di ciascuna”. Secondo i risultati del progetto IMPATTO, promosso dall’Osservatorio Nazionale Screening, a partire dal 2007 tutte le regioni hanno attivato un programma di screening mammografico ma, attualmente, l’estensione effettiva e’ solo del 69,2%, con grandi differenze tra le aree geografiche. Inoltre, il tasso di partecipazione alla mammografia e’ in media del 55% (solo una donna su 2 accetta l’invito a sottoporsi all’esame), con un divario tra Centro-Nord e Sud dove i livelli di adesione sono al 40%.