Nuovi studi della Cattolica sul cancro della prostata e della vescica

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I risultati preliminari di una sperimentazione multicentrica internazionale sul tumore ‘superficiale’ della vescica e di uno studio sul ruolo della risonanza magnetica funzionale nella diagnosi di carcinoma prostatico, nonche’ lo stato dell’arte sulle migliori tecniche ricostruttive funzionali ed estetiche nella chirurgia genitale maschile.

Sono questi in sintesi alcuni dei contributi scientifici che ricercatori e specialisti dell’Universita’ Cattolica – Policlinico A. Gemelli di Roma presenteranno nell’ambito dell’84mo Congresso Nazionale della Societa’ Italiana di Urologia. “Il tumore non muscolo-invasivo della vescica, anche detto ‘superficiale’- anticipa Marco Racioppi, specialista dell’Unita’ Operativa di Urologia del Policlinico A. Gemelli, diretta dal prof. Pier Francesco Bassi – seppure non infiltrante e’ caratterizzato da un alto tasso di recidive locali e, in misura minore, di progressione. Per tali motivi la rimozione chirurgica endoscopica di tali neoplasie e’ seguita abitualmente da cicli di chemio o immunoterapia endovescicale. La ricerca urologica ci vede impegnati continuamente nel miglioramento dei risultati di queste terapie e nello studio di nuove molecole.


Il bioconiugato paclitaxel-acido ialuronico, ad esempio, e’ un nuovo farmaco particolarmente attivo sulla cellula tumorale. Dopo gli esperimenti preclinici, il farmaco e’ gia’ in corso di utilizzo sull’uomo con uno studio condotto simultaneamente in piu’ centri universitari europei coordinati proprio dall’ Unita’ di Urologia del Policlinico Gemelli, che prevede di arruolare circa 80 pazienti affetti da tumore vescicale nei prossimi due anni con l’obiettivo di valutare la risposta al nuovo trattamento”. “In occasione del congresso – aggiunge Racioppi – presenteremo lo studio che ci ha permesso di identificare in maniera piu’ approfondita il meccanismo d’azione di tale farmaco sulle cellule di carcinoma della vescica, a confermare pertanto che la sua attivita’ appare proprio spiccata nel trattamento del tumore di vescica non muscolo invasivo, come appunto dimostrato sia dall’azione citotossica esercitata in vitro sulle linee cellulari di carcinoma della vescica, che dalla biocompatibilita’ mostrata in vivo”. “Durante una sessione del congresso presenteremo i risultati preliminari su un’esperienza monocentrica relativa al ruolo della risonanza magnetica funzionale in pazienti con persistente sospetto di carcinoma prostatico”, spiega Anna Lia Valentini, radiologa del Dipartimento di Bioimmagini e Scienze Radiologiche del Policlinico Gemelli. In questo studio i pazienti con antigene prostatico specifico (il PSA) persistentemente elevato e con precedenti biopsie negative hanno ripetuto la biopsia dopo DCE-MRI. La nuova biopsia e’ stata effettuata indirizzando i nuovi prelievi, oltre che nelle sedi classiche, anche sulle lesioni sospette alla DCE-MRI. “I risultati ottenuti sui primi 20 pazienti – commenta Anna Lia Valentini – sono incoraggianti. Confrontando i risultati della DCE- MRI con quelli della biopsia o dell’intervento abbiamo notato infatti che non solo la DCE-MRI ci permette di differenziare le aree neoplastiche (con impregnazione dopo mezzo di contrasto piu’ elevata e precoce) da quelle non neoplastiche. Per il secondo anno consecutivo al Gruppo di studio ‘Chirurgia genitale maschile’ coordinato da Francesco Sasso, chirurgo urologo presso l’Universita’ Cattolica-Complesso Integrato Columbus, e’ stato affidato un corso congressuale di livello avanzato su ‘La chirurgia complessa dell’uretra anteriore maschile’. “Lo scopo del corso – spiega Sasso – e’ quello di ampliare le conoscenze chirurgiche in tema di tattica terapeutica nella chirurgia complessa dell’uretra anteriore. Verranno discusse le tecniche ricostruttive “in tempo unico” o “in piu’ tempi” per le ipospadie dell’adulto, esaminandone anche i risvolti funzionali in termini estetico-sessuologici” .

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