Chemioterapia: un farmaco “postino”, che amplifica l’efficacia delle cure perché veicola il principio solo alle cellule malate

Un vero e proprio “farmaco postino”, capace di portarsi sulle spalle il farmaco chemioterapico “addormentato”, entrare nella cellula tumorale (e solo in quella), e li’ sganciare il chemioterapico che si attiva e inizia a distruggerla, con una superiore efficacia e soprattutto una minore tossicita’.
In base ai risultati dello studio EMILIA, Roche e Genentech hanno in programma di presentare quest’anno la domanda di autorizzazione per il nuovo farmaco per il trattamento del tumore al seno metastatico HER2-positivo, all’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e alla Food and Drug Administration (FDA) statunitense. “Questi risultati segnano uno spartiacque – spiega Luca Gianni, direttore del dipartimento di oncologia medica dell’ospedale San Raffaele di Milano – perche’ finora la contrapposizione era tra la chemio, che e’ tossica e puo’ essere usata solo per periodi limitati, e le terapie ormonali a bersaglio molecolare. Il TDM-1 e’ un mix tra queste due cose: la tossina che porta con se’, la DM1, era stata abbandonata negli anni ’80 perche’ potentissima ma molto tossica. Ora riusciamo a recapitarla direttamente nella cellula tumorale, quindi riducendone al minimo la tossicita’ nel resto dell’organismo, e il fatto che questa startegia sia vincente, come dimostrato dallo studio, apre la strada a questo nuovo meccanismo anche per altri tipi di tumore. E’ una realta’ inseguita da almeno trent’anni: ora l’obiettivo deve essere l’eliminazione totale della chemioterapia convenzionale”.