E’ tempo di allergie, per molti bambini potrebbe essere la prima volta: come prevenirle, come riconoscerle?

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logoSIPPSAllergie in forte aumento: inquinamento e fumo di sigaretta i principali responsabili

Roma, 18 marzo 2013 – Piante e fiori rinascono, il polline si diffonde nell’aria: è arrivata la primavera! Per molte persone, però, la stagione mite coincide con la comparsa delle allergie: starnuti, occhi arrossati, naso gocciolante, prurito, lacrimazione degli occhi, tosse continua sono i primi sintomi di una patologia che può condurre, in alcuni casi, a problemi respiratori più gravi, fino alla comparsa di asma. “Le allergie – ha dichiarato Daniele Ghiglioni pediatra allergologo e dirigente dell’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli di Milano presso l’ospedale Macedonio Melloni – sono malattie multifattoriali, cioè determinate da una combinazione di cause ereditarie ed ambientali.


Tali fattori agiscono sul nostro sistema immunitario modificandolo, cioè inducendolo a rispondere in modo anomalo a sostanze generalmente innocue, come per esempio i pollini.Questo fenomeno è in costante aumento, soprattutto nei più piccoli: in Italia, circa il 20% dei bambini ha problemi di allergia, mentre negli anni ‘90 ne soffriva solo il 7%. Tra la cause principali di questa impennata, gli stili e le condizioni di vita tipicamente “occidentali”: inquinamento, stress, fumo, cattiva alimentazione, eccessiva igiene personale. “L’inquinamento ambientale, le migliori condizioni igieniche, il mutamento della composizione familiare – ha affermato Salvatore Barberi, Pediatra Pneumo-allergologo Ospedale San Paolo Milano – hanno dimostrato di influire sull’aumento dell’allergia nelle nostre popolazioni. Sicuramente la predisposizione genetica svolge un ruolo importante nella predisposizione allergica, ma non tale da giustificare da sola un incremento così repentino delle malattie allergiche nei paesi occidentali”. “Le allergie sono malattie croniche che richiedono cure regolari e continue. – ha aggiunto  Giuseppe Di Mauro pediatra e Presidente Società italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) l’alta percentuale di soggetti affetti da tali patologie nel nostro paese, così come in tutti i paesi occidentali, pone seri problemi di sanità pubblica che possono e devono essere controllati attraverso l’attuazione di misure di prevenzione da adottare fin dalle prime fasi di vita.” E proprio rivolgendosi alle future mamme, i pediatri della SIPPS hanno stilato un elenco di semplici misure preventive da seguire fin dai primi giorni della gravidanza e nei primi mesi di vita del neonato:

  • smettere di fumare
  • contenere se possibile l’esposizione all’inquinamento ambientale
  • utilizzare solo se prescritti alcuni farmaci, quali antiacidi, paracetamolo, antibiotici
  • evitare le situazioni di stress
  • evitare di esporre i neonati al fumo passivo
  • favorire l’allattamento al seno per almeno sei mesi

Molti studi hanno dimostrato che, in particolare, il fumo è uno dei principali responsabili dell’insorgenza di allergopatie e, in presenza di allergie già conclamate, è in grado di favorirne la progressione. Alcune sostanze contenute nel fumo di sigaretta, infatti, stimolano la produzione di importanti molecole irritanti. Inoltre, vi sono numerosi dati che indicano come la prevalenza delle allergopatie risulti essere maggiore nei figli di madri fumatrici; è stato anche osservato che l’asma bronchiale esordisce più precocemente e con una sintomatologia più grave nei bambini che vivono con adulti fumatori.

Come riconoscere e curare le allergie

Spesso nei bambini è difficile riconoscere le allergie, perché i sintomi iniziali possono sembrare quelli di una semplice influenza o di un raffreddore. Se il genitore sospetta un caso di allergia nel proprio bambino, il primo passo è quello di rivolgersi al pediatra di fiducia, che lo indirizzerà, quando necessario, presso un centro specializzato di allergologia pediatrica. Normalmente, dopo una prima fase di raccolta di informazioni e del quadro dei sintomi, il pediatra allergologo effettuerà alcuni test per verificare la sensibilizzazione a sostanze potenzialmente allergeniche, sia sulla cute (prick test), sia nel sangue (Immunoglobuline E o IgE, anticorpi elevati in caso di reazioni allergiche). Una volta accertata la presenza di allergia, vanno messe in atto diverse misure di “prevenzione secondaria”, cioè azioni che prevengono i sintomi che si sviluppano al contatto con gli allergeni. Per le allergie provocate dagli acari, come sostengono i pediatri SIPPS, particolarmente importanti risultano essere gli interventi di prevenzione ambientale. Quindi, in presenza di un bambino allergico:

  • evitare esposizione al fumo di sigaretta, sia attivo che passivo
  • ridurre le concentrazioni di acari della polvere, quindi ridurre e lavare frequentemente gli arredi che costituiscono un habitat favorevole per l’acaro, come moquette, divani, poltrone, tendaggi pesanti nei soggetti sensibilizzati
  • favorire ventilazione e ricambio dell’aria negli ambienti domestici
  • ricorrere a materiali speciali per il rivestimento dei cuscini e dei materassi
  • lavare ad alte temperature, considerando che gli acari resistono al di sotto dei 60 gradi

In base al quadro clinico, per tenere sotto controllo le allergie è possibile ricorrere anche ad aiuti farmacologici di vario tipo, come antistaminici, cortisonici, cromoni e altro. Un presidio che si è rivelato, in molti casi, fondamentale per ridurre, ma anche per prevenire le manifestazioni allergiche è il cosiddetto “vaccino”, che più correttamente viene definito immunoterapia specifica (ITS).

Il vaccino consiste nella somministrazione dell’allergene responsabile dei disturbi allergici, secondo la prescrizione dello specialista. L’ITS ha dimostrato efficacia soprattutto a lungo termine: per esempio in bambini con rinite allergica ha ridotto notevolmente la comparsa dell’asma in età più avanzata, rispetto a quanto è accaduto in bambini non vaccinati.

Quindi, con l’immunoterapia specifica, si è in grado di prevenire le reazioni allergiche anche per molti anni dopo la sospensione del trattamento. Oggi l’ITS in età pediatrica viene prescritta quasi sempre per via sublinguale con gocce o spruzzi da mantenere sotto la lingua per alcuni secondi e poi deglutire. Va ricordato che l’ITS deve essere prescritta solo dallo specialista pediatra-allergologo, dopo gli opportuni accertamenti.

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