Demenza: cadiopatie e diabete aumentano il rischio

0


Per un buon funzionamento del cervello, e per evitare il rischio di declino cognitivo e demenza più avanti con gli anni, è importante prevenire le malattie cardiovascolari e il diabete di tipo 2

Soffrire di diabete di tipo 2 o di malattie cardiovascolari (CVD) fa aumentare il rischio di sviluppare una forma di demenza o altre malattie cognitive, secondo una ricerca del US Wake Forest Baptist Medical Center.
cardiopatie_silenti
I risultati dello studio condotto dalla dott.ssa Christina E. Hugenschmidt, geriatra, sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Diabetes and Its Complications, e mostrano che le CVD giocano un ruolo di primo nello sviluppo precoce di problemi cognitivi e demenza, che sono clinicamente evidenti. Questi risultati sono supportati da evidenze ottenute per mezzo del Diabetes Heart Study-Mind (DHS-Mind).

«C’è stata molta ricerca che ha osservato i legami tra il diabete di tipo 2 e l’aumento del rischio di demenza, ma questo è il primo studio a esaminare in modo specifico le CVD subcliniche e il ruolo che hanno – spiega Hugenschmidt – La nostra ricerca mostra che il rischio di CVD causato dal diabete, anche prima che sia a un livello clinicamente curabile, potrebbe essere un male per cervello».

«I risultati – aggiunge l’autrice dello studio – implicano che ulteriori fattori di CVD, la placca calcificata e soprattutto lo stato vascolare, e non lo stato del diabete da solo, sono tra i principali contributori al declino cognitivo correlato al diabete di tipo 2».

Lo studio, che ha visto il coinvolgimenti di 1.443 persone del DHS che sono state oggetto di scrematura per individuare coloro che avevano misure cardiovascolari. Dei 516 restanti, 422 avevano il diabete di tipo 2, mentre 94 non ne erano affette.
Hugenschmidt e colleghi hanno eseguito una serie di test cognitivi al fine di esaminare i diversi modi di pensare, la memoria e la velocità di elaborazione, così come la funzione esecutiva – che sono un insieme di abilità mentali coordinate nel lobo frontale del cervello che comprende il fermarsi a riflettere e i processi come la gestione tempo e l’attenzione, la pianificazione e l’organizzazione.

Secondo gli autori, le malattie cardiovascolari potrebbero spiegare un bel po’ dei problemi cognitivi che affliggono le persone affette da diabete.
«Una possibilità è che il nostro cervello richiede un flusso di sangue molto costante ed è possibile che la malattia cardiovascolare che accompagna il diabete possa essere il driver principale dietro i deficit cognitivi che osserviamo», conclude Hugenschmidt.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *