Il “disturbo della massaia” curato con staminali prelevate dal caccino: nuova ricerca

E’ anche detto il ‘disturbo delle massaie’ perche’ colpisce, secondo le stime degli esperti, circa un’italiana su 3, soprattutto le casalinghe e le lavoratrici manuali: e’ la ‘spalla dolorante’, a seguito dell’usura o lesione dei tendini causate principalmente dalla ripetitivita’ dei movimenti e dal frequente sollevamento di pesi a carico di braccio e spalla. Oggi, grazie alle cellule staminali prelevate dal bacino, si puo’ pero’ ‘riparare’ la spalla compromessa, evitando tecniche piu’ invasive o le protesi.

”Il concentrato midollare che noi preleviamo dalla cresta iliaca del bacino del paziente – spiega Sandro Rossetti, primario della Divisione di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale San Camillo e presidente onorario del Convegno – contiene le cosiddette cellule staminali mesenchimali. Sono cellule che possiedono una elevata capacita’ proliferativa; sono in grado di stimolare naturalmente la rigenerazione, per quanto riguarda il nostro ambito, del tessuto osseo, della cartilagine articolare e del tessuto tendineo, cosi’ da evitare una loro mancata guarigione dopo la riparazione e la necessita’ nei casi piu’ gravi di una sostituzione con protesi”. ”Le cellule mesenchimali, se opportunamente impiantate sul tessuto danneggiato e stimolate, possono differenziarsi nella linea cellulare del tessuto stesso promuovendo tutti i procedimenti biologici che permettono la sua rigenerazione. Per questa caratteristica il loro utilizzo e’ molto promettente nel trattamento di molte patologie ortopediche degenerative dove i tessuti hanno perso la capacita’ di riparare il difetto”, aggiunge l’ortopedico Marco Spoliti, presidente del Congresso. Ma in cosa consiste l’innovativo intervento? Il midollo osseo che contiene le cellule viene prelevato al momento dell’operazione e il concentrato di cellule realizzato viene poi assorbito da un supporto biocompatibile che puo’ essere impiantato sul difetto tissutale. Le cellule mesenchimali in esso contenute si replicheranno, colonizzando il tessuto nella sede dell’impianto e rinvigorendo le sue capacita riparative. Cio’, concludono gli esperti, ”ci permette di ridurre la possibilita di fallimenti e, nel caso della riparazione di lesioni della cartilagine articolare, di ridurre anche i costi e la tempistica del trattamento”.