Salute dentale in tempo di crisi: arriva il decalogo AIOP per difendersi dalla “non qualità”

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th_im_1380199667-aiop_1In occasione del XXXII Congresso Internazionale AIOP, gli esperti dell’Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica spiegano ai cittadini come riconoscere una protesi eseguita a regola d’arte e tutelarsi da prestazioni a basso costo, il cui risparmio è solo apparente. Attenzione anche ai necessari tempi biologici, ordine e pulizia degli studi, certificazioni e assistenza post intervento. Con la crisi economica sono già 600.000 gli italiani che si sono affidati al dentista low cost, spesso anche all’estero. Eppure il nostro Paese rappresenta un’eccellenza nel panorama odontoiatrico internazionale.

 

Bologna, 21 novembre 2013 – Quando viene ricostruita una corona protesica, uno degli interventi dentistici più comuni, ci sono alcuni segnali che aiutano a capire se si è ricevuto un lavoro di qualità o meno. A tal proposito, l’Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica (AIOP) ha stilato alcuni semplici consigli per supportare i pazienti alle prese con la crisi economica e il proliferare di prestazioni odontoiatriche a basso costo, in Italia e all’estero. Ecco alcune regole d’oro: la corona non deve risultare più alta degli altri denti, non deve “toccare prima”; i contatti con i denti vicini devono essere precisi, occorre infatti poter usare il filo interdentale, che deve incontrare una buona resistenza ma senza rompersi o sfilacciarsi; la gengiva a contatto con il bordo della corona non deve arrossarsi o sanguinare; la corona non deve staccarsi accidentalmente; il colore della ceramica deve essere simile a quello dei denti vicini.

Il decalogo è stato presentato oggi a Bologna, in occasione del XXXII Congresso Internazionale AIOP, che con i suoi 1.500 soci è la più importante accademia protesica d’Europa e una delle massime espressioni dell’eccellenza odontoiatrica italiana. In un contesto come quello attuale, dove i cittadini cercano soluzioni di risparmio economico anche nell’ambito della salute, e oltre 600.000 italiani già si affidano alle cure dei dentisti low cost, il vademecum degli esperti AIOP vuole rappresentare uno strumento utile per riconoscere ed eventualmente porre rimedio a prestazioni di “non qualità”.

 

“Esistono procedure complesse per la produzione a regola d’arte di un ‘prototipo’, ad esempio una corona protesica in porcellana”, ha evidenziato Leonello Biscaro, Presidente AIOP. “Vi sono passaggi clinici e tecnici, attrezzature e competenze specifiche, spesso sconosciute alla popolazione. Se l’odontoiatra è il garante della correttezza della diagnosi e di tutte le procedure cliniche, all’odontotecnico spetta il fondamentale compito di assicurare la qualità dei materiali utilizzati, ottemperando alla direttiva europea 93/42 che l’Italia che recepito in maniera estremamente più rigorosa di altri Paesi europei, specialmente quelli oggetto del cosiddetto turismo odontoiatrico. Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare il cittadino-paziente sul fatto che, se è difficile rapportare la qualità al prezzo, è invece logicamente possibile rapportare la NON qualità al costo di produzione: al di sotto del costo di produzione è verosimile ricevere una prestazione di non qualità”.

“È ormai palese la crescita degli utenti che realizzano impianti, ponti e protesi dentarie in Paesi dell’Est Europa”, ha dichiarato Alessandro Amato, Vice Presidente Codacons. “Basti pensare ai risultati ottenuti digitando sui motori di ricerca le parole ‘dentista low cost’ o ‘turismo dentale’. Alla base del fenomeno vi sono i costi ridotti, inferiori fino al 60% rispetto alle tariffe praticate in Italia. Tuttavia, è necessario far comprendere al cittadino attirato da prezzi contenuti e tempi rapidi di esecuzione che questi due elementi non possono convivere in trattamenti a elevato contenuto specialistico. Agire sui costi, riducendo il tempo dedicato alle cure, è controproducente perché mette in pericolo il successo a lungo termine della terapia. Altra criticità riguarda i materiali utilizzati, spesso prodotti scadenti e a basso costo che possono determinare l’insorgere di nuovi problemi”.

 

Anche nell’ambito della salute dentale, quindi, sembra valere la vecchia regola del “Chi più spende meno spende”: un lavoro eseguito con materiali di alta qualità e metodiche innovative, durerà sicuramente di più nel tempo, evitando al paziente di doversi sottoporre a futuri interventi correttivi e consentendogli così un risparmio nel lungo termine.

 

Inoltre, valgono poi le regole dettate daI buon senso. I pazienti devono, infatti, prestare particolare attenzione ai tempi: gli interventi, specialmente quelli più complessi, richiedono diversi passaggi, nel rispetto dei cosiddetti tempi biologici dei tessuti su cui si opera e delle caratteristiche dei materiali. Occorre esigere le dovute attestazioni, perché l’assistito ha diritto a richiedere sempre garanzia, certificazione dei materiali impiegati e lotti di provenienza per accertarsi che siano prodotti di qualità. Anche pulizia, ordine e sterilità dello studio, elementi imprescindibili per l’esecuzione di interventi a regola d’arte, possono aiutare il paziente a farsi un’idea di come il professionista approcci il lavoro. Infine, informarsi sull’assistenza post intervento: il paziente protesico inizia, al termine del lavoro, un nuovo percorso in cui si sottoporrà a sedute di igiene orale periodiche e a controlli del decorso dell’intervento. Deve quindi accertarsi che la struttura sia in grado di gestire adeguatamente anche questa fase.

 

Tag consigliati: salute dentale, AIOP, Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica, dentista low cost, decalogo protesi qualità.

 

 

 

DECALOGO PER RICONOSCERE UNA PROTESI DI QUALITÀ

 

La qualità spesso non viene percepita, ma come riconoscere la “non qualità”?

Cosa può succedere se il lavoro protesico non è preciso, sia sui denti che sugli impianti?


Consigli utili per capire se la vostra corona protesica ha qualche problema

 

  1. Dopo gli opportuni e quasi sempre necessari aggiustamenti in fase di controllo, la corona non deve risultare più alta degli altri denti, non deve “toccare prima”. Non c’è bisogno di“abituarsi”.

 

  1. I contatti con i denti vicini devono essere precisi, né troppo stretti (si deve poter usare il filo interdentale), né troppo larghi (il filo interdentale deve incontrare una buona resistenza). La mancanza di contatti adeguati è molto pericolosa, in quanto i residui alimentari possono rimanere intrappolati e causare carie e problemi alle gengive.

 

  1. Il filo interdentale non deve rompersi o sfilacciarsi. Se ciò accade, significa che probabilmente c’è qualche grossolana imprecisione nella corona o nei denti vicini.

 

  1. Tutte le superfici devono essere perfettamente levigate. E’ fondamentale per evitare che si consumi il dente antagonista e per evitare un pericoloso accumulo di placca batterica.

 

  1. La gengiva a contatto con il bordo della corona non deve arrossarsi, gonfiarsi o sanguinare. Se questo succede, può essere segno di imprecisione del margine della corona o di posizione non corretta del margine stesso (troppo dentro alla gengiva) o della presenza di piorrea che non era stata diagnosticata prima.

 

  1. La corona non deve staccarsi accidentalmente, se è stata cementata con un materiale definitivo, così come il provvisorio non dovrebbe staccarsi o rompersi facilmente. Se il vostro provvisorio era instabile, verosimilmente lo sarà la corona definitiva.

 

  1. Se non è stato programmato e non vi è stato comunicato previamente, non dovrebbero essere effettuati ritocchi (limature) dei denti naturali, sia dei vicini che dell’arcata opposta. In alcuni casi è necessario un ritocco dei denti naturali o di vecchi restauri, ma dovreste essere stati avvisati prima.

 

  1. Il colore della ceramica deve essere simile a quello dei denti vicini, in caso di differenze o di inestetismi dovete poterli esprimere e trovare una soluzione adeguata. Dovreste, su vostra richiesta, poter parlare anche con l’odontotecnico che ha realizzato la vostra corona.

 

  1. Se non riuscite a masticare bene con la nuova corona, se c’è sensibilità alla pressione, o addirittura al serramento dei denti, o se il cibo fibroso rimane intrappolato nel nuovo dente, c’è qualcosa che non funziona. A parte un primo momento di adattamento, una corona ben fatta deve entrare subito a far parte della bocca e deve funzionare bene.

 

  1. Ricordate che la fine di una terapia protesica in realtà è l’inizio del percorso che vi consentirà di mantenere sia i risultati delle cure effettuate, sia la salute dei vostri denti naturali. Il programma di igiene professionale e di controlli periodici dovrà essere personalizzato in base alle condizioni dei vostri denti, alle abitudini di vita (per esempio, se siete dei forti fumatori dovrete farvi controllare più spesso) e alle vostre capacità di effettuare un’igiene domiciliare adeguata.

 

 

Inoltre, per scaricare i materiali della cartella stampa e i contributi fotografici:

www.aiop.com

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