Ospedali pain free per grandi e piccini: al via i progetti “Spegni il dolore – la rete delle lampade” e “38Checkpain”

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vivere_senza_doloreBen 2 bambini su 5 e 1 adulto su 2 ricoverati in ospedale hanno dolore ma, spesso, non ricevono alcuna terapia antalgica. Per liberare i nosocomi italiani dalla sofferenza inutile, favorendo al tempo stesso una migliore applicazione della Legge 38/2010, il mondo del non profit lancia due importanti iniziative.

Milano, 10 gennaio 2014– E’ ufficialmente entrato nella fase operativa il progetto “Spegni il dolore – la rete delle lampade”, promosso dall’Associazione vivere senza dolore e dalla Fondazione Maruzza Lefebvre, sotto la direzione scientifica della prof.ssa Franca Benini. Un percorso iniziato nel 2012, con l’obiettivo di definire degli indicatori che permettessero ai centri ospedalieri di misurare la qualità del loro approccio al dolore cronico e identificare le eventuali aree di criticità sulle quali intervenire.

Il progetto, nato inizialmente in ambito pediatrico, ha visto al lavoro un Board di 20 esperti tra i massimi esponenti italiani nel campo del dolore (medici, infermieri, psicologi, giornalisti, non profit, società scientifiche, Istituzioni, pazienti e loro familiari) e ha consentito di creare un utile strumento: un questionario di facile applicazione in tutti i reparti e, grazie alla sua struttura a moduli, adattabile a qualsiasi tipologia di struttura ospedaliera, sia essa di I, II o III livello. L’iniziativa è stata presentata in anteprima al congresso SIAARTI dolore, svoltosi a Pordenone nel settembre 2013.

La collaborazione con l’Istituto Mario Negri ha permesso la validazione del questionario che, dal 15 gennaio, sarà testato presso 7 centri pediatrici tra i più accreditati a livello nazionale. Terminata questa prima fase, entro fine marzo, a tutti gli ospedali italiani sarà proposto di valutare il proprio livello d’intervento sul dolore nel bambino, in base ai criteri minimi e agli standard di qualità definiti dal Board, rispondendo ad alcune domande mirate sui servizi erogati dalle strutture. A ogni centro partecipante saranno attribuite una o più “Lampade del sorriso”, a seconda del livello di cura raggiunto. Il network che si formerà fra le diverse strutture aderenti al progetto costituirà una rete di eccellenza, “la rete delle lampade”, dove la condivisione e lo scambio culturale permetteranno una crescita continua della qualità dei servizi erogati, a beneficio dei pazienti.

“E’ stato un lavoro complesso e faticoso, che ci ha visti impegnati per oltre un anno”,afferma  Franca Benini, Responsabile del Centro di Riferimento Regionale Veneto di Terapia del Dolore e CPP – Dipartimento di Pediatria dell’Università di Padova. “Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto. Lo strumento messo a punto ha tutti i requisiti scientifici per rispondere a criteri di  efficacia ed efficienza. Potrà essere utilizzato autonomamente da ogni struttura e consentirà di monitorare in modo continuativo progressi e criticità nella disponibilità di risposte adeguate al bambino/neonato con dolore. Il tutto nell’ottica di fornire e condividere stimoli e strumenti che permettano, in tempi brevi, di uniformare su tutto il territorio nazionale l’approccio più adeguato al dolore in età pediatrica”.

“Il via alla fase operativa del progetto rappresenta motivo di grande soddisfazione –commenta Silvia Lefebvre della Fondazione Maruzza Lefebvre D’Ovidio Onlus –non solo per il risultato scientifico raggiunto, ma soprattutto perché è la dimostrazione di come sia possibile, unendo le forze e collaborando, ottenere grandi risultati. Tutti i componenti del Board si sono dedicati con impegno ed estrema disponibilità al raggiungimento dell’obiettivo, mettendo a disposizione le loro competenze, per offrire alla comunità medica e ai pazienti uno strumento universale che possa aiutare a migliorare la qualità di vita dei malati, specialmente se bambini”.

Ma l’attività dell’Associazione vivere senza dolore Onlus non si è fermata al progetto “Spegni il dolore – la rete delle lampade” e, per cercare di ottimizzare la cura della sofferenza all’interno dei reparti ospedalieri, ha avviato anche un’altra iniziativa denominata “38Checkpain”.

“Le indagini che abbiamo condotto in questi anni, in particolare HUB2HUB – spiega Marta Gentili, Presidente dell’Associazione –hanno evidenziato che il 51% dei pazienti ricoverati presso i reparti ospedalieri ha un dolore cronico non controllato con un’intensità media, valutata su scala da 0 a 10, pari a 5,2. Oltre il 20% dei pazienti, inoltre, non ha una terapia antalgica in atto e, nonostante sia ricoverato in una struttura sanitaria, non riceve un trattamento efficace. In pratica, viene disatteso l’articolo 7 della Legge 38, che prevede l’obbligo di riportare sempre in cartella clinica l’intensità del dolore, il suo andamento nel tempo e l’effetto ottenuto con le cure somministrate. Il progetto “38Checkpain” si ispira ai modelli impiegati in fase pre e post-operatoria e a una limitata esperienza americana. Grazie all’impiego di una checklist anche in ambito dolore, in un noto ospedale statunitense, si è riusciti a ridurre la prevalenza dei sintomi algici dal 41% al 3%. Da qui l’idea di creare la prima checklist basata sui dettami della Legge 38: una sorta di lista di controllo, con una serie di punti da verificare, per far sì che l’attenzione dell’équipe di reparto, medici e infermieri, possa focalizzarsi sulla rilevazione, il monitoraggio e l’adeguato trattamento della sofferenza nel paziente ricoverato. Alla fase test del progetto sono state invitate 100 oncologie distribuite su tutto il territorio nazionale, ma la checklist potrà poi essere applicata in qualunque reparto ospedaliero. Entro la fine di gennaio terminerà l’arruolamento dei centri e, per metà aprile, avremo i primi risultati”.

“Da anni – conclude Marta Gentili– portiamo avanti progettualità rivolte alla cura del dolore pediatrico e dell’adulto, con l’obiettivo di creare la rete tanto auspicata dalla nuova normativa. Lo facciamo collaborando con quanti, mossi dagli stessi obiettivi, dedicano le loro forze e risorse a migliorare la vita di quanti soffrono. Nel rispetto di tutti”.

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