Tecnoassistenza: Italia Longeva propone a tutti i protagonisti della Salute un nuovo “patto” per l’assistenza agli anziani e ai malati cronici

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Italia-Longeva-Home-pageRoma, 03 Luglio 2014 –Se tutti sono ormai convinti del ruolo strategico che le nuove tecnologie possono giocare in sanità – per la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, ma anche per l’innalzamento degli standard qualitativi dell’assistenza prestata ai cittadini –, nessuno sembra aver chiaro a chi spetti, in concreto, strutturare il sistema, cioè l’organizzazione, che sia in grado di portare al paziente, sul territorio, i vantaggi di queste tecnologie. Monitoraggio a distanza e capacità d’intervenire sulle emergenze con una rapidità fino a oggi impensabile, ma anche possibilità di offrire, da remoto, diverse prestazioni delle quali un gran numero di pazienti ha bisogno quotidianamente.


E ancora, mettere a punto “abitazioni intelligenti” che consentano agli anziani di esser curati e rimanere a casa propria, nonostante qualche malattia cronica e l’autosufficienza un po’ inficiata dall’età che avanza. Le opportunità sono queste e tante altre, ma a chi spetta impegnarsi per metterle a disposizione dei cittadini?

Una domanda alla quale si è cominciato  a rispondere oggi, al Ministero della Salute, e non solo per formulare alcune ipotesi, ma anche per fissare qualche certezza. La prima rassicurazione è che tutti i protagonisti dell’Healthcare si sono mostrati sensibili al tema, e pronti a fare la propria parte per strutturare un sistema efficiente, capace di far leva sulla tecnoassistenza per assicurare agli anziani e ai pazienti cronici – nel complesso la stragrande maggioranza dei fruitori di servizi sanitari – una presa in carico efficace ed efficiente, continuativa e del tutto autonoma rispetto al circuito dell’ospedalità.

Invitati al Ministero della Salute da Italia Longeva – che negli ultimi anni si è spesa in prima linea per comunicare e riflettere sull’importanza e sui possibili utilizzi delle tecnologie in sanità – i principali player del mondo della salute hanno dato vita, oggi, a un’intera giornata di approfondimento sul modello complessivo necessario a supportare la diffusione della tecnoassistenza attraverso le strutture già esistenti del Servizio sanitario nazionale, definendo ruoli e responsabilità dei singoli snodi organizzativi e delle diverse professionalità. Dagli esponenti di primo piano della politica nazionale e regionale alle società scientifiche, dai direttori di Asl e ospedali ai responsabili dei distretti socio-sanitari, dalle associazioni di cittadini e pazienti al mondo del sindacato medico: tutti si sono detti disponibili a partecipare attivamente alla realizzazione di questo modello “hi tech” per la sanità territoriale. Sarebbe una risposta efficace, tra l’altro, all’allarme che emerge dai numeri, presentati nel corso della giornata dai presidenti dell’ISTAT e di Federsanità ANCI, che riferiscono di una moltiplicazione delle cronicità e di un innalzamento dell’età media degli italiani destinati a divenire ingestibili nei prossimi decenni, se non attraverso un Servizio sanitario che possa contare su una domiciliarità forte, strutturata e supportata da tecnologie d’avanguardia.

“Le sempre più favorevoli condizioni di sopravvivenza fanno registrare un incremento delle persone di 65 anni e più – ha dichiarato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin –. Il nostro Paese si colloca nel contesto europeo al secondo posto dopo la Germania per incidenza della popolazione anziana. Appare evidente – ha proseguito il ministro – che tali modifiche demografiche incidono nel determinare i bisogni sanitari perché il quadro epidemiologico conseguente vede il prevalere di alcune tipologie di malattie quali quelle cronico degenerative, cardiovascolari, tumori, altre malattie dell’invecchiamento e legate alle condizioni socio-economiche. Dei soggetti con più di 70 anni, il 10% ha uno stato di salute instabile, è affetto da morbilità complesse e va incontro ad un rapido deterioramento delle capacità fisiche e cognitive. Gli ultrasessantacinquenni, inoltre, risultano essere i maggiori utilizzatori delle risorse sanitarie per cui il Servizio Sanitario Italiano è stato indotto a ripensare alle caratteristiche dell’offerta assistenziale, da un lato, per rispondere in modo adeguato alla complessità dei bisogni, dall’altro, per garantire la sostenibilità del sistema. Ritengo che in tal contesto – ha concluso il ministro Lorenzin – puntare sull’innovazione sia un passo necessario e non più rinviabile: l’eHealth rappresenta, infatti, una leva strategica che può contribuire fattivamente a conciliare la qualità del servizio con il controllo della spesa e, soprattutto, per favorire l’erogazione delle cure secondo percorsi clinico-assistenziali strutturati che possano adattarsi in modo flessibile e personalizzato ai bisogni di salute dei cittadini”.

“Riflettere su un modello organizzativo per la tecnoassistenza, cioè sul sistema complessivo attraverso il quale le nuove tecnologie possono essere sfruttate al meglio per offrire servizi socio-assistenziali – spiega il professor Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva e direttore del Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia dell’Università Cattolica di Roma – significa riflettere sulle responsabilità: sulle responsabilità del Servizio sanitario, che per sopravvivere e rimanere quello che è, efficace e universalista, deve essere in grado di ripensarsi; ma anche sulle responsabilità dei professionisti e degli snodi organizzativi dell’attuale sistema. Non è pensabile che l’ospedale e l’emergenza-urgenza siano ancora, anche nell’immaginario collettivo, i principali ‘front office’ della sanità italiana. È un assetto che a breve non saremo più in grado di sostenere, anche perché, in fondo, risponde da lontano alle esigenze dei cittadini. Anche sul piano statistico, malati cronici e anziani sono la stragrande maggioranza dei ‘nuovi pazienti’: con questa giornata, qui al Ministero della Salute, vogliamo dire che il mondo della sanità è impegnato per andarli a curare ‘a casa loro’, con i conseguenti risparmi per il Servizio sanitario, ma anche con tutti i vantaggi, per la qualità di vita degli assistiti, che possono essere garantiti da una sanità più flessibile, più presente, più prossima e tecnologicamente avanzata. Per far questo la domotica, la telemedicina e la teleassistenza, che assieme a tante altre technicality di ultima generazione costituiscono l’ampio orizzonte della tecnoassistenza, devono divenire parole familiari al mondo della sanità, e il Servizio sanitario deve impegnarsi affinché le prestazioni che offre oggi, si possano offrire domani facendo leva su questi strumenti portentosi, autentici moltiplicatori di efficacia, di efficienza e di appropriatezza delle prestazioni rese sul territorio. È un’opportunità per il sistema sanitario, un’opportunità per i cittadini, ma anche una promessa per i giovani, e in genere per il mondo dell’economia e dell’industria: l’implementazione della tecnoassistenza, infatti, sarà resa possibile dai nuovi strumenti tecnologici che le aziende, e io spero che siano soprattutto aziende italiane, saranno in grado di sviluppare e offrire al mercato. Ma accanto a questi strumenti e grazie a una nuova organizzazione strutturata, sulla quale abbiamo riflettuto nella giornata di oggi, serviranno nuove professionalità, nuovi lavoratori: penso ai giovani da impiegare nei centri di controllo di tutti i dati inviati dagli strumenti diagnostici e di monitoraggio a distanza, ma anche alle nuove professionalità sulle quali dovremo poter contare per strutturare una nuova assistenza di prossimità. Italia Longeva è impegnata ogni giorno per affiancare il mondo della salute attraverso questa trasformazione. Negli anni – conclude Bernabei – abbiamo stimolato le aziende e sensibilizzato l’opinione pubblica, oggi abbiamo riunito attorno a un tavolo professionisti della salute, politici e decision maker: tutti persuasi che il buon esito di questo percorso, già intrapreso attraverso tanti esperimenti-pilota sul territorio, sia al contempo una grande occasione e una mission fondamentale per il Servizio sanitario”.

“Il progressivo invecchiamento della popolazione e l’incidenza delle malattie croniche hanno impattato profondamente sugli scenari di programmazione sanitaria – dichiara Vito De Filippo, sottosegretario al ministero della Salute –. Ormai è evidente che il fulcro dell’assistenza non può che passare dagli ospedali al territorio, tra l’altro per consentire ai primi d’interpretare al meglio il proprio ruolo di gestori delle emergenze e delle acuzie. Ma questa metamorfosi deve essere governata al meglio, con la ridefinizione di parametri, responsabilità, ruoli e percorsi terapeutici. Le tecnologie d’avanguardia sono un alleato prezioso e imprescindibile per accompagnare questa trasformazione, condurre lo sviluppo dei nuovi processi e sostenere le attività di presa in carico e continuità assistenziale che ruoteranno attorno alla nuova domiciliarità. Italia Longeva ha avuto il merito di promuovere questo percorso e riunire oggi a Roma tutti i protagonisti del mondo della Salute, per immaginare insieme il modello organizzativo che possa erogare in concreto i tanti servizi che afferiscono al concetto di tecnoassistenza. Dal punto di vista simbolico, sono lieto che questo viaggio sia partito, non solo oggi ma già da qualche anno, proprio da qui, dal ministero della Salute”.

Italia Longeva

Italia Longeva è la Rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva istituita dal Ministero della Salute, con la Regione Marche e l’IRCCS INRCA, per consolidare la centralità degli anziani nelle politiche di sviluppo, fronteggiare le crescenti esigenze di protezione della terza età e porre l’anziano come protagonista della vita sociale. Il network Italia Longeva si propone di mettere in rapporto tra loro competenze scientifiche sanitarie, sociali, economiche e tecnologiche, mantenendo una strategia di completa apertura verso le nuove adesioni e le “contaminazioni” disciplinari. In particolare, Italia Longeva ha l’obiettivo di promuovere la sperimentazione di soluzioni innovative in campo clinico e assistenziale, ma non esaurisce le sue aree di competenza in questo ambito: ha l’ambizione di porsi come interlocutore privilegiato in tutti i settori della società che sono oggi influenzati dalla “rivoluzione” della longevità diffusa. I progetti che intende promuovere non sono solo sperimentazioni classiche dei trial clinici o studi epidemiologici, ma l’interesse del network investe anche settori quali quello della domotica e dell’Ambient Assisted Living, e del mondo produttivo in generale, nell’ambito del cosiddetto silver market, il mercato dei consumatori anziani.

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