Melanoma: per la corretta diagnosi arriva microscopio che non lascia possibilità agli errori
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cellule del melanoma: in alto benigno, in basso invece maligno
Troppi nei sospetti vengono asportati chirurgicamente e poi si rivelano benigni: dai 20 ai 30 per ogni autentico melanoma maligno. Lo ha reso noto un esperto come il professor Giovanni Pellacani (Universita’ di Modena) illustrando oggi a Milano il funzionamento di un nuovo apparecchio laser in grado di smascherare il melanoma, evitando asportazioni inutili.
![Melanoma_cells cellule del melanoma: in alto benigno, in basso invece maligno](https://www.liquidarea.com/wp-content/uploads/2009/11/Melanoma_cells-206x300.jpg)
Si chiama microscopio laser confocale ed e’ capace di ingrandire di 700 volte la lesione cutanea sospetta, fornendo in tempo reale immagini delle cellule cutanee con una risoluzione simile a quella dell’esame istologico. ‘A occhio nudo – spiega Pellacani – un buon dermatologo e’ in grado di riconoscere un melanoma con un’accuratezza del 60%. A questa diagnosi l’utilizzo del dermoscopio, strumento introdotto negli ultimi anni, conferisce una sensibilita’ in piu’ pari al 15-30%, portando l’accuratezza totale della diagnosi al 90%. Quel 10% che manca, rappresenta una marea di casi dubbi, borderline, che inducono spesso il dermatologo a non rischiare e a consigliare l’asportazione’.
Il microscopio laser confocale entra in campo in questa fascia di casi, come seconda opzione dopo la dermoscopia, in caso di dubbio ulteriore: portando l’accuratezza della diagnosi al 98%. Uno studio australiano, pubblicato sul Journal of the American Academy of Dermatology (Jaad) dimostra che il nuovo strumento riduce la forbice ’30 asportazioni per 1 melanoma’ a sole ‘4 asportazioni per 1 melanoma’. Finora questo strumento e’ stato utilizzato prevalentemente in via sperimentale. Solo negli ultimi mesi si e’ diffuso in clinica. In particolare ne esistono otto esemplari in Italia: Oltre a quello dell’ universita’ di Modena, tre a Roma (due al San Gallicano, uno all’Universita’ di Tor Vergata), ad Ancona (Inrca), Forli’ (IRST), Universita’ di Brescia e Istituto Iclid di Milano. Una collaborazione tra l’Universita’ di Modena e l’Iclid ‘permettera’ l’utilizzo del microscopio nella pratica clinica quotidiana – afferma Pier Luca Bencini, titolare di Iclid – per condurre il primo studio scientifico sul territorio, della durata di quattro anni, arruolando tutti i pazienti che accederanno alla struttura dopo una dermoscopia conclusa con un dubbio diagnostico’.