Diagnosi psoriasi ‘virtuale’, per risultati ed istruzione reali
MALATTIA A FORTE IMPATTO EMOTIVO – Quasi il 3 per cento (2,7%) della popolazione deve fare i conti con la psoriasi, una malattia sistemica cronica non contagiosa i cui effetti possono essere devastanti sulla qualità della vita e le relazioni sociali, anche a causa della stigmatizzazione sociale. Più di 100 milioni di persone colpite nel mondo. 2 milioni e mezzo in Italia. Secondo la più importante indagine sull’impatto psico-sociale della psoriasi, condotta recentemente dalla National Psoriasis Foundation, il 71 per cento delle persone affette da psoriasi dichiara di sentirsi indifeso, il 63 per cento dichiara che questa malattia ha avuto un forte impatto sul proprio benessere emotivo generale e la metà (54%) la considera deturpante, con risvolti drammatici sulla vita di relazione, il lavoro e gli affetti. Tanto che fra i giovani si registra un tasso di divorzi doppio rispetto alla popolazione generale. La psoriasi è una malattia che colpisce molto più che la pelle. Chi soffre di psoriasi, infatti, rischia di vivere una vita a metà senza riuscire ad esprimere in pieno il proprio potenziale. Con un impatto emotivo maggiore nelle donne e nei giovani rispetto agli uomini e agli adulti. Per le donne, la psoriasi rende il proprio aspetto sgradevole (68%) e quasi la metà (48%) ha cambiato modo di vestire a causa della malattia. Il 43% dei giovani arriva a definire la propria condizione «socialmente imbarazzante». Una malattia vissuta in solitudine, nonostante non sia contagiosa.
DIAGNOSI PRECOCE – Oggi una diagnosi tempestiva e le terapie più moderne potrebbero controllare la psoriasi nella quasi totalità dei casi ed evitare un impatto sulla sfera emotiva e sociale che potrebbe diventare irreversibile. Anche le nuove Linee Guida Europee per il trattamento sistemico della psoriasi, recentemente pubblicate, pongono l’accento sulla necessità di una diagnosi e un trattamento precoci, fornendo chiare indicazioni sui migliori approcci terapeutici oggi disponibili: la fototerapia, come prima scelta, e i farmaci biologici, indicati nelle persone con psoriasi di grado
LE CURE – Nel trattamento della psoriasi, i medici spesso adottano un approccio diversificato nel quale si identifica una certa gradualità: molti pazienti iniziano con terapia topica passando poi a fototerapia e/o terapia sistemica.
Il razionale alla base di questa modalità di operare risiede nel fatto che i diversi trattamenti possono perdere la loro efficacia nel tempo o dare risposte cliniche diverse a seconda del paziente. Attualmente le opzioni di trattamento rientrano in 3 categorie: terapie locali (creme, unguenti, paste, lozioni, mousse, da applicare sulla pelle secondo); terapie con luce ultravioletta (una modalità particolare è quella che prevede l’associazione di radiazioni UVA e di farmaci, gli psoraleni, assunti per bocca (PUVA terapia sistemica) o anche per applicazione locale;.terapie sistemiche (di solito sono riservate ai pazienti con psoriasi di grado moderato o severo, prevedono l’utilizzo di due principali categorie di farmaci: i retinoidi e gli immunosoppressori). Tra i sistemici, i farmaci biologici rappresentano una novità più recente: agiscono su specifici bersagli che giocano un ruolo chiave nel processo infiammatorio caratteristico delle malattie su base immunologica come la psoriasi. I farmaci biologici possono essere somministrati a carico del Sistema Sanitario Nazionale in ambulatori pubblici specializzati nella cura della psoriasi.
Corriere.it
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