Disturbi del pavimento pelvico: sono un milione le italiane che ne soffrono

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i muscoli del pavimento pelvico
Le disfunzioni del pavimento pelvico colpiscono circa un quarto della popolazione adulta, in gran misura donne, e solitamente si manifestano con sintomi di stitichezza, incontinenza, e segni di prolasso d’organo. Nella maggior parte dei casi si tratta di donne sovrappeso e che hanno avuto plurimi parti per via naturale, e altri fattori predisponenti possono essere il diabete, alcune malattie neurologiche croniche e pregressi interventi chirurgici come l’isterectomia. La scarsa informazione e l’imbarazzo dei pazienti sono tra le cause principali dell’aumento dell’incidenza di questi disturbi: per far emergere le criticita’ di una patologia sottovalutata e non sufficientemente conosciuta e’ stato in programma il 13 marzo all’IRCCS Policlinico San Donato di Milano un simposio intitolato ‘Le Disfunzioni del pavimento pelvico’, presieduto da Luigi Bonavina, Responsabile dell’U.O. Universitaria di Chirurgia Generale. Lo scopo e’ quello anche di presentare le novita’ piu’ recenti in tema di diagnosi, trattamento medico-riabilitativo e tecniche chirurgiche. L’incontro sara’ l’occasione per fare il punto anche sulle nuove procedure mininvasive come le tecniche endoluminali, che consentono il rimodellamento del colon e del retto senza praticare alcun tipo di incisione, ma sfruttando gli orifizi naturali, eliminando ospedalizzazione e dolore postoperatorio. In Italia piu’ di un milione di donne (su circa 12 milioni nella fascia di eta’ tra 50 e 85 anni) richiede assistenza medica per un problema di disfunzione pelvica. Di queste, il 60% puo’ semplicemente giovarsi di una correzione dello stile di vita, dieta appropriata, farmaci specifici, ginnastica tipo Pilates.

Nel 30% dei casi puo’ rendersi necessario un trattamento riabilitativo mirato. Una reale indicazione chirurgica esiste solo nel 10% circa dei casi. ‘I problemi che ancora oggi esistono dal punto di vista diagnostico e la ‘zona d’ombra’ dovuta all’imbarazzo e alla riluttanza di molti pazienti a comunicare i loro disturbi danno luogo ad una situazione critica su cui occorre richiamare l’attenzione – afferma Bonavina -. Le avvisaglie di queste disfunzioni possono essere facilmente confuse se non si adotta, quando necessario, il giusto approccio multidisciplinare nel fornire indicazioni al paziente, formulare diagnosi, prescrivere cure. Questi disturbi incidono, anche nelle loro forme piu’ lievi, in modo importante sulla sfera psicologico-relazionale, lavorativa e sessuale dei pazienti. Infine, possono portare a interventi chirurgici inutili e dannosi, e a re-interventi che possono avere conseguenze ancora piu’ catastrofiche’. L’equipe di Bonavina e di Luca Carmignani, Primario di Urologia, hanno gia’ in programma, dopo il simposio di venerdi’, l’organizzazione di alcune giornate di screening gratuiti al Policlinico San Donato in cui i pazienti verranno visitati, educati al corretto approccio verso questi disturbi e alla completa e tempestiva comunicazione al proprio medico.

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