Malaria, esame DNA svela eta’: coetanea homo sapiens

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Una malattia antica come l’uomo, forse la più antica al mondo tra quelle ancora in circolazione. La malaria ha tra i 60mila e gli 80mila anni ed è molto più datata di quanto si fosse ipotizzato finora, circa 10mila anni.

Lo ha scoperto un team di ricercatori dell’Imperial College di Londra che ha sottoposto i ceppi della malattia tropicale ad una profonda analisi del Dna. Secondo lo studio, pubblicato su Current Biology, la malattia si sarebbe evoluta insieme all’homo sapiens sapiens e il “salto di specie”, l’adattamento del parassita all’uomo, sarebbe avvenuto quando i nostri antenati hanno abbandonato il continente africano. “I precedenti studi sostenevano che il parassita della malaria si fosse evoluto nelle regioni tropicali a partire dello sviluppo delll’agricoltura – ha affermato Francois Balloux, uno degli autori della nuova datazione -, la nostra tesi è che sia molto molto più antico”.

Per capire quanto “vecchia” sia la malattia che continua ancora oggi a mietere vittime, circa 3 milioni all’anno, e fa contare 230mila nuove infezioni, gli scienziati hanno messo a confronto l’età genetica di uomo e parassita, scoprendo che i segni del tempo erano paragonabili, compresi tra i 60 e gli 80mila anni fa. “Questi nuovi dati sono importante – ha spiegato ancora Balloux – perché, nonostante la prevalenza e l’impatto mortale della malaria poca ricerca è già stato fatto per capire la variabilità genetica del parassita. La diversità genetica dei parassiti della malaria è fondamentale per la loro minaccia in quanto aiuta a superare il sistema immunitario e di sviluppare la resistenza ai farmaci, rendendo questa ricerca vitale di informare e di nuove strategie di controllo più efficaci”. (ASCA)

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