Retinoblastoma: un nuovo protocollo di cura

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Raro ma aggressivo, questo tumore colpisce soprattutto i bambini Si guarisce quasi sempre e ora si punta a preservare la vista-


C’è un nuovo iter da seguire per la cura del retinoblastoma, il tumore dell’occhio più comune in età pediatrica, sebbene fortunatamente colpisca un numero esiguo di bambini. Attraverso un’innovativa integrazione di trattamenti (chemioterapia, laser, brachiterapia e termo-chemioterapia) si punta a salvare l’occhio e, conseguentemente, la vista ad un numero crescente di bambini. Messo a punto all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma da un gruppo di esperti dell’Associazione Italiana di Ematologia ed Oncologia Pediatrica (Aieop) , l’innovativo protocollo terapeutico verrà applicato su tutto il territorio nazionale con l’obiettivo prioritario di riconoscere tempestivamente il più aggressivo tumore oculare nei bambini, identificando correttamente i pazienti che possono essere avviati a una cura conservativa. Benché oggi la percentuale di sopravvivenza dei piccoli affetti da questa malattia sia infatti superiore al 95 per cento, meno di un bambino su due riesce a salvare l’occhio malato.

NUOVE TERAPIE A DISPOSIZIONE – Il retinoblastoma in Italia colpisce circa 50 bambini all’anno, generalmente entro i primi tre anni di vita. Legato a un’alterazione del gene RB1, è riconoscibile dalla presenza di un riflesso bianco nella pupilla (leucocoria). Spesso sono gli stessi genitori ad accorgersi dell’anomalia attraverso le prime fotografie scattate al proprio piccolo. Secondo il protocollo, dopo una diagnosi quanto più tempestiva possibile ed effettuati tutti gli accertamenti del caso, la massa tumorale viene neutralizzata con l’obiettivo di conservare l’occhio del piccolo paziente per non comprometterne lo sviluppo e l’apprendimento. Proprio con queste finalità il Bambino Gesù si è dotato di un ambulatorio oculistico dedicato esclusivamente ai neonati (dove vengono eseguiti in un’unica seduta risonanza magnetica nucleare, stadiazione del tumore, ecografia bulbare, fluorangiografia retinica, posizionamento del catetere centrale e puntura lombare) e, sul fronte delle terapie, è l’unico Centro pediatrico in Italia in cui viene effettuata la brachiterapia su piccoli pazienti con tumore che non risponde alle cure convenzionali. Questa metodica consiste nell’applicazione mirata di placche radioattive che demoliscono il tumore riducendo allo stretto indispensabile l’area sottoposta alle radiazioni con evidenti vantaggi per la salute dei bambini. Altra soluzione terapeutica è la termo-chemioterapia: il ricorso al laser per riscaldare la zona (Fonte: Agi)

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