Dolore cronico: parte la campagna link up, indagine presso medici di famiglia e centri specializzati

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vivere_senza_doloreProsegue l’opera informativa dell’Associazione vivere senza dolore, per favorire in concreto la piena attuazione di quanto sancito dalla Legge 38/2010. Al via a Marzo, in tutta Italia, il nuovo progetto, con la collaborazione di SIMG e il patrocinio del Ministero della Salute, per verificare i percorsi di cura seguiti dai malati e capire quali siano le necessità formative del medico di medicina generale, per una corretta gestione del paziente che soffre. 

Milano, 4 Marzo 2013Oltre 100 medici di medicina generale e più di 20 ambulatori di terapia del dolore coinvolti: questi i numeri della campagna “LINK UP”, promossa su tutto il territorio nazionale nel mese di Marzo dall’Associazione pazienti vivere senza dolore, in collaborazione con la Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) e con il patrocinio del Ministero della Salute.

Obiettivo del nuovo progetto – il terzo in ordine di tempo, dopo le indagini “CU.P.I.D.O.” (Cura Previeni Il Dolore) del 2011 e “HUB2HUB” del 2012 – è capire quali percorsi assistenziali compiano i pazienti con dolore che accedono agli ambulatori di medicina generale e ai centri specialistici di terapia antalgica, ma anche delineare i bisogni formativi del medico di famiglia, individuando le eventuali aree d’intervento ai fini di una reale continuità delle cure all’interno della rete territoriale.

Durante tutto il mese di Marzo, ai medici di medicina generale (MMG) e ai terapisti del dolore sarà richiesta la compilazione di 2 tipologie di questionario. Il primo punterà a rilevare, tra i cittadini che afferiscono agli studi del MMG, la prevalenza e tipologia di dolore, la presenza o meno di un trattamento antalgico e l’approccio del clinico nel caso in cui debba impostare una nuova terapia; il secondo questionario, riservato all’algologo, verificherà, tra tutti coloro che accedono per la prima volta alle strutture specializzate, non solo la complessità della patologia algica ma anche se il paziente è stato indirizzato al centro direttamente dall’MMG o ne sia venuto a conoscenza attraverso altri canali (familiari, amici, internet ecc.).[one_fourth last=”no”]




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“Con questo nuovo progetto, ‘vivere senza dolore’ continua nella sua attività di informazione a supporto di una migliore conoscenza e applicazione della Legge 38”, spiega Marta Gentili, Presidente dell’Associazione pazienti. “Nelle campagne passate abbiamo dato voce ai cittadini, ai malati e ai medici delle strutture ospedaliere; abbiamo raccolto dati importanti ai quali riteniamo dovesse aggiungersi il contributo dei medici di famiglia, che rappresentano il primo riferimento di coloro che soffrono di dolore cronico, anche secondo i dettami della Legge stessa. Per questo motivo, con l’iniziativa ‘LINK UP’ abbiamo voluto incontrare clinici e pazienti, sia negli ambulatori dei medici di famiglia che nei centri specialistici di terapia antalgica, per capire meglio quale sia l’iter compiuto dai cittadini, dove si rivolgano per una prima visita e perché. L’obiettivo che ci prefiggiamo è quello di raccogliere informazioni utili per inquadrare la situazione reale e aiutare a formulare percorsi di cura volti a migliorare la qualità di vita dei malati”.

I risultati delle due survey, che saranno presentati nei prossimi mesi, consentiranno di comprendere realmente presso quali strutture si rechi il paziente con dolore cronico e se il percorso diagnostico-terapeutico affrontato sia in linea con quello tracciato dalla Legge 38. La normativa, infatti, individua nel medico di medicina generale il primo referente per i cittadini che soffrono, all’interno di un modello organizzativo che prevede tre livelli di assistenza: il presidio territoriale gestito da MMG con competenze di terapia antalgica, l’ambulatorio (Spoke) e il centro di riferimento (Hub) di terapia del dolore.

Ma la situazione reale è spesso ben diversa. I cittadini tendono a rivolgersi direttamente ai centri specialistici, determinando un allungamento significativo dei tempi di attesa, anche per problematiche dolorose che potrebbero essere gestite dal medico di famiglia. Questa figura professionale ha un ruolo centrale nel processo di cura: grazie a un’adeguata formazione, dev’essere dunque in grado di trattare la sofferenza nelle sue prime fasi, indirizzando ai centri di terapia antalgica soltanto i casi più complessi.

“La sfida per la Medicina Generale dei prossimi anni sarà quella di essere sempre di più cardine del comparto delle Cure Primarie – afferma Pierangelo Lora Aprile, Responsabile area Dolore di SIMG – luogo in cui si generano i bisogni. Da qui debbono partire i Percorsi Diagnostico-Terapeutici per la gestione dei malati con un problema di ‘dolore’ e/o con necessità di Cure Palliative Domiciliari, secondo quanto stabilisce le Legge 38. La Società Italiana di Medicina Generale aderisce fattivamente a questo progetto di ricerca originale promosso dall’Associazione ‘vivere senza dolore’, mettendo a disposizione il suo sapere e la sua rete organizzativa per rilevare negli studi dei medici di famiglia  le ‘traiettorie’ dei soggetti portatore di dolore cronico al fine di documentarne eventuali criticità”.

 

“Attraverso le campagne che ha svolto in questi anni con impegno e spirito di collaborazione, ‘vivere senza dolore’ ha il merito di aver portato l’informazione sulla Legge 38 direttamente sul territorio, sensibilizzando i cittadini sul loro diritto a non soffrire e facendo luce sul livello di conoscenza e attuazione della normativa da parte dei clinici”, dichiara Guido Fanelli, Presidente della Commissione ministeriale Terapia del Dolore e Cure Palliative. “Il nuovo progetto ‘LINK UP’, nello specifico, ben evidenzia il ruolo di primo piano del medico di famiglia all’interno della rete. Una partecipazione sempre più attiva di questa figura sanitaria alla presa in carico del paziente che soffre è condizione imprescindibile per concretizzare quel modello di continuità assistenziale Territorio-Ospedale che ci consentirà di ridurre gli accessi impropri ai centri specialistici, abbattendo le liste di attesa”.

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