Malattie reumatiche: sono oltre centomila i pazienti senza nuove cure

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”Assenti” per dolore dal lavoro e dalla vita circa 4 ore ogni giorno. Non hanno la forza di sfilare in corteo o alzare striscioni per chiedere le migliori cure possibili, quelle a cui avrebbero diritto. Hanno una malattia di cui non si muore ma a causa della quale si soffre molto per tutta la vita. Anche se volessero protestare non potrebbero farlo, perche’ devono lottare ogni giorno contro il dolore e l’invalidita’ provocati da artrite reumatoide, spondiliti o artrite psoriasica, malattie reumatiche immunoinfiammatorie fra le piu’ gravi e disabilitanti.    Nel nostro Paese sono oltre 700mila e, secondo le indicazioni delle piu’ recenti Linee Guida nazionali e internazionali, 150mila pazienti, pari al 20% che non risponde alle terapie convenzionali protratte per 3 mesi, dovrebbero ricevere i farmaci biologici, le cure piu’ innovative ed efficaci in grado di neutralizzare le cellule coinvolte nel processo infiammatorio e di ridurre o fermare la progressione delle malattie. Ma in Italia vengono trattati appena 50mila pazienti. Infatti, dei 70mila con artrite reumatoide che avrebbero bisogno dei biologici appena 20mila sono in trattamento; dei 40mila malati di spondiloartrite elegibili ricevono i biologici solo in 20mila, e dell’analogo numero dei pazienti con artrite psoriasica da trattare con biologici, solo 10mila di essi praticano tale terapia. Lo hanno denunciato gli esperti in occasione del convegno ”L’appropriatezza prescrittiva dei farmaci biologici quale strumento di risparmio per la collettivita”’, sottolineando che nei pazienti trattati con biologici, a distanza di un anno dall’inizio della terapia, decresce la disabilita’ grave, le assenze dal lavoro diminuiscono di 10 ore a settimana, con un risparmio stimato intorno a 500 milioni di euro e la produttivita’ aumenta di 110 euro a settimana, con un altro mezzo miliardo di risparmi possibili. Purtroppo, l’Italia e’ il fanalino di coda dell’Europa industrializzata nell’impiego di queste terapie all’avanguardia: nel nostro Paese si spendono appena 500 milioni di euro contro 1,5 miliardi della Germania, circa 950 milioni della Francia, circa 800 milioni della Spagna e 700 milioni del Regno Unito. ” L’introduzione di queste terapie ha rappresentato una vera rivoluzione per i malati reumatici, incidendo molto favorevolmente sulla loro qualita’ di vita – spiega Giovanni Minisola, past President della Societa’ Italiana di Reumatologia e Primario della Divisione di Reumatologia dell’Ospedale di Alta Specializzazione ”San Camillo” di Roma – .

Sono terapie costose, perche’ un anno di trattamento con biologici costa circa 10mila euro a paziente; tuttavia, il risparmio possibile erogandole agli ulteriori 100mila italiani che ne avrebbero bisogno ma che attualmente ne sono esclusi, abbatterebbe i costi indiretti pari a 1,7 mld di euro, aumentando la capacita’ lavorativa e la produttivita’ delle persone colpite, con un risparmio di 1 mld di euro all’anno. Ogni giorno, infatti, i pazienti con una malattia reumatica cronica di grado severo non trattati, impiegano un’ora e mezza in piu’ rispetto a chi non e’ malato solo per iniziare la giornata: pettinarsi, prendere un caffe’, lavarsi. Ognuno di loro, inoltre, se non trattato in maniera adeguata, perde in media 12 ore di lavoro a settimana e 216 euro per mancata produttivita’. Per lo Stato tutto cio’ ha un impatto economico enorme: ogni anno vanno in fumo 1,7 miliardi di euro per colpa delle giornate lavorative perse (600 milioni di euro) e della ridotta efficienza produttiva (1,1 miliardi di euro)”.

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