Nefrologia: superdialisi e atlante genoma renale

0

Milano, 19 mag. (Adnkronos Salute) – Nuove speranze per gli oltre 45 mila italiani in dialisi per insufficienza renale, pazienti che aumentano al ritmo di 10 mila all’anno. Una nuova tecnica concepita e studiata nel nostro Paese, all’ospedale di Seriate in provincia di Bergamo, promette infatti di depurare il sangue con la massima efficienza e di aumentare del 35% la sopravvivenza dei malati. La ‘super-dialisi’ si chiama emofiltrazione online mista e sarà presentata in anteprima globale al Congresso mondiale di nefrologia (Wcn), ospitato dal 22 maggio a Milano.

La metodica, nata nel Reparto di nefrologia e dialisi di Seriate, diretto da Luciano Pedrini, viene prodotta in Germania nello stabilimento di Fresenius Medical Care a Schweinfurt. Le sue caratteristiche sono state illustrate oggi nel capoluogo lombardo. L’emodiafiltrazione online mista – spiega una nota – è dotata di un controllo computerizzato dell’andamento della seduta dialitica, che permette la massima depurazione possibile del sangue del paziente senza effetti collaterali. Gli esperti stimano che attualmente sono circa 7 mila gli italiani in dialisi sottoposti a tecniche di emodiafiltrazione, ma la cifra potrebbe raddoppiare con l’introduzione di tecnologie sempre più semplici e affidabili.

Una prospettiva importante, se si pensa che i numeri del deficit renale cronico sono in continua crescita nella società occidentale. Il 10% della popolazione soffre di malattie renali di diversa gravità. Ma il progressivo e inarrestabile invecchiamento, insieme all’esplosione delle malattie metaboliche tra cui il diabete, fa prevedere che entro il 2020 i pazienti in trattamento renale sostitutivo raddoppieranno: da 1,2 milioni a 2,5. Già oggi nella Penisola si contano 961 strutture di nefrologia (in gran parte pubbliche), per un totale di 2.700 posti letto di degenza.

“Diversi studi scientifici internazionali – riportano gli specialisti – hanno dimostrato che l’emodiafiltrazione permette di conseguire miglioramenti importanti nello stato generale del paziente dializzato. In particolare, due studi europei hanno registrato una sopravvivenza superiore del 35% nei pazienti trattati con questa nuova tecnica, rispetto a quelli sottoposti a dialisi tradizionale”.

L’emodiafiltrazione online “si basa sul principio di ‘filtrare’ durante il trattamento la maggior quantità possibile di sangue del paziente, per rimuovere la più alta quantità di tossine presenti. Lo sviluppo dell’emodiafiltrazione online presentato oggi – assicurano gli esperti – ottimizza tale depurazione. I risultati clinici preliminari su un ristretto numero di pazienti sono stati talmente incoraggianti da essere ripetutamente presentati ai maggiori congressi internazionali e pubblicati su ‘Kidney International'”. Al momento è in corso un nuovo studio allargato a numerosi pazienti di diversi centri dialisi italiani, con l’obiettivo di valutare l’efficacia della emodiafiltrazione mista su un’ampia popolazione di emodializzati, anche in condizioni ormai critiche.

“L’Italia, da sempre all’avanguardia in questo campo – afferma Pedrini – fornisce oggi un risultato concreto per il miglioramento della qualità della terapia dialitica”. Per Fresenius Medical Care, che commercializzerà la metodica in tutta Europa, “questa evoluzione tecnologica costituisce un ulteriore passo nella ricerca e realizzazione di tecnologie sempre più innovative, in grado di migliorare la qualità e l’efficienza della terapia dialitica”, dichiara Camillo Vollmeier, amministratore delegato dell’azienda in Italia. “Il tutto nell’ottica della sostenibilità della terapia”, puntualizza.

Un atlante tridimensionale aiuta chi soffre di disturbi renali.


Alcuni ricercatori finanziati dall’UE hanno creato un “Atlante del rene” virtuale tridimensionale (3-D), che sperano possa finalmente condurre allo sviluppo di terapie e test nuovi e meno costosi. Si pensa che l’atlante aiuterà anche i medici a diagnosticare e curare le malattie dei reni più velocemente e efficacemente, e che si dimostrerà utile nello studio di disturbi metabolici come il diabete che spesso conducono a disturbi renali.

L’Atlante del rene è il risultato del “Progetto genoma renale europeo” (EURGENE), che è stato finanziato con ben 10 milioni di euro nell’ambito dell’Area tematica “Scienze della vita, genomica e biotecnologia per la salute” del Sesto programma quadro (6° PQ).

Il progetto della durata di quattro anni e mezzo ha riunito patologi, genetisti e biologi molecolari e dello sviluppo provenienti da università, istituti di ricerca, cliniche e aziende di nove paesi europei.

Il nuovo atlante comprende le più recenti scoperte sullo sviluppo e i disturbi dei reni. Il suo scopo principale è quello di fare una mappa dei geni coinvolti nei disturbi renali; scienziati e clinici possono visualizzare gli schemi di azione sia nei reni che stanno crescendo che nei reni adulti, e possono fare ricerche sia a seconda del gene che a seconda delle diverse strutture che costituiscono il rene, nonché a seconda dell’esperimento.

Allo stesso tempo la sezione anatomia della banca dati permette agli utenti di visualizzare immagini di sezioni del rene che sono state ricostruite digitalmente e corredate di note, in modo da mettere in evidenza le diverse componenti strutturali del rene e i geni che sono attivi in ogni componente.

Inoltre un video al rallentatore mostra agli utenti come si sviluppa un rene di topo, mentre una banca dati di topi mutanti fornisce informazioni su come le diverse mutazioni hanno un impatto in diverse parti del rene.

Circa 4,5 milioni di europei soffrono di malattie ai reni e il loro numero sta aumentando significativamente. Molte di queste persone sono anziane, i problemi ai reni infatti si presentano spesso come conseguenza di ipertensione e diabete, o sono bambini nati con anomalie ai reni.

Una volta che i reni di un paziente smettono di funzionare è necessario praticare la dialisi per mantenere il paziente in vita fino a quando è possibile operare un trapianto di rene. Sfortunatamente molte persone muoiono nell’attesa di un nuovo rene.

Sebbene il progetto EUREGENE stia per giungere al termine, il lavoro sull’Atlante del rene continuerà, in particolare attraverso il progetto EUNEFRON (“Rete europea per lo studio delle nefropatie orfane”), il quale è finanziato attraverso il tema “Salute” del Settimo programma quadro (7° PQ) e continuerà fino al 2012. Lo scopo del progetto EUNEFRON è quello di studiare alcune malattie rare ereditarie che colpiscono diverse parti del rene.

Per maggiori informazioni, visitare:

EUREGENE:
http://www.euregene.org

EUNEFRON:
http://www.eunefron.org

Fonte: Max Delbrück Center for Molecular Medicine (MDC)
Documenti di Riferimento: Based on information from the Max Delbrück Center for Molecular Medicine

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *