Patogeni umani minacciano le grotte di Lascaux

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grotte di Lascaux

grotte di Lascaux
grotte di Lascaux

Le storiche pitture parietali che ritraggono animali e che hanno reso le grotte di Lascaux patrimonio dell’Unescu,  fatte risalire ad una data compresa fra 13.000 e 15.000 anni avanti Cristo, si trovano adesso a dover affrontare una duplice minaccia, che arriva sia dal fungo, Fusarium solani, che da nuove popolazioni batteriche, classiche di insediamenti umani.

Quest’ultima invasione è stata rilevata quando, in seguito ad analisi di 11 tamponi (provenienti dalle pareti delle grotte) effettuate da microbiologi francesi e spagnoli, sono state comparate con altre analisi effettuate invece nelle grotte inviolate spagnole: quasi tutti i batteri e protozoi trovati a Lascaux sono stati associati all’attività umana.

Il Fusarium solani
Il Fusarium solani

“Le grotte di Lascaux sono ora dei potenziali ricettacoli di batteri e protozoi patogenici, simili a quelli rilevati in focolai infettivi legati alla contaminazione da condizionatori d’aria, torri di raffreddamento di ospedali ed edifici pubblici”, spiega un membro del team Cesareo Saiz-Jimenez, dello Spanish Institute of Natural and Agrobiological Research di Siviglia.

La conclusione del Team è che la responsabilità di tale “attacco” è da attribuire ad uno spray a base di Cloruro di benzalconio, usato tra il 2001 e il 2004, per fronteggiare la minaccia del fungo sopra citato. Ha permesso cosi’ di far proliferare batteri patogeni portati dai visitatori. “Ha causato un’alterazione della biodiversità della grotta”.


Secondo le conclusioni dei ricercatori, la cronistoria della grotta può essere considerata un elenco di errori gestionali, a partire dal 1940, quando le grotte sono state scoperte e aperte al pubblico. Il respiro di oltre 1.800 visitatori giornalieri avrebbe alterato permanentemente la microbiologia del sito. Impianti di condizionamento e illuminazione aggiunti alle grotte hanno amplificato il deterioramento in corso, chiuse poi nel 1963. Arriva il fungo nel 2001 e la successiva irrorazione anti-fungina hanno fatto un danno di ingenti proporzioni, danno che non è riuscito a fae un periodo di 16.000 anni di vita del sito.

Comunque il ricercatore Saiz-Jimenez e il suo team offre anche speranze di ripresa, concentrando adesso gliu studi sul moicroclima delle grotte, e diverse soluzioni fungicide. Anche il Perossido di Idrogeno al vaglio, come possibile soluzione per distruggere i substrati nutritivi per funghi e batteri.

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