Plasmobot: muffa intelligente che rivoluziona idea di robot

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Physarum polycephalum

Physarum polycephalum
Physarum polycephalum

Basato sullo sfruttamento di una comune muffa e non sulle tecnologie del silicio, potrebbe sviluppare capacità in grado di competere con i super computer

Con un finanziamento di 238.000 sterline da parte del Leverhulme Trust, un gruppo di ricercatori dell’University of the West of England, a Bristol, cercherà di sviluppare il primo robot amorfo biologico, non basato sulle tecnologie del silicio ma su una comune muffa che vive nei boschi, nei giardini e in ambienti umidi, Physarum polycephalum.

Il progetto rappresenta uno degli elementi di punta di un programma che studia metodi di calcolo non convenzionale, in particolare il cosiddetto calcolo amorfo.

“L’idea di computer della maggioranza delle persone è quella di un pezzo di hardware con un software progettato per compiere specifici compiti. Questa muffa è una sostanza naturale con una propria intelligenza acclusa. Si propaga e cerca fonti di nutrienti e quando li trova si ramifica in una serie di prolungamenti protoplasmatici. La muffa è capace di risolvere complessi calcoli computazionali, come trovare il percorso più breve fra diversi punti e altri calcoli logici. In precedenti esperimenti abbiamo già mostrato anche la capacità di questa muffa di trasportare oggetti. E possiamo usare la luce o stimoli chimici per farla crescere in certe direzioni”, ha dichiarato Andy Adamatzky, che dirige il progetto di ricerca. In precedenti lavori Adamatzky e colleghi erano già riusciti a mostrare come questa muffa potesse essere sfruttata per eseguire funzioni computazionali.

“Questo nuovo robot, chiamato plasmobot, sarà in grado di sentire piccoli oggetti, afferrarli e trasportarli lungo una direzione preprogrammata. I robot avranno input e ouput paralleli, una rete di sensori e la capacità di divorare numeri come quella di un super computer. Il plasmobot sarà controllato da gradienti spaziali di luce, campi elettromagnetici e dalle caratteristiche del substrato su cui è collocato. Sarà un robot amorfo intelligente completamente controllabile e programmabile in cui è incorporato un computer a parallelismo massiccio.”

“Siamo appena ai primi stadi della nostra comprensione di come possano essere applicate le potenzialità di questo microrganismo, ma negli anni a venire potremmo essere in grado di utilizzare, per esempio, la capacità della muffa di spostare piccole quantità di sostanze chimiche verso un obiettivo usando la luce per indirizzarlo su un bersaglio; oppure si potrebbe usare il movimento come aiuto al montaggio di microcomponenti di macchine. In un futuro molto lontano potremo essere in grado di sfruttare la forza del microrganismo all’interno del corpo umano, per esempio per trasportare farmaci in certi distretti del corpo. E’ anche possibile che migliaia di minuscoli plasmobot vivano sulla nostra pelle eseguendo compiti di routine e liberando il nostro cervello per altre cose. Per il momento è del tutto teorico, ma diversi scienziati lo vedono come un potenziale sviluppo del calcolo amorfo.”

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