Un nuovo marcatore per il Mesotelioma pleurico

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Mesotelioma

Una molecola aiuterà i medici a identificare i tumori maligni alla pleura, la membrana che avvolge i polmoni. Il suo nome è mesotelina.

Discriminare tra i pazienti affetti da mesotelioma e quelli che presentano patologie con sintomi molto simili sarà possibile grazie a un nuovo metodo diagnostico messo a punto da un gruppo di ricercatori inglesi guidati da YC Gary Lee. Il nuovo sistema, come spiegato sulle pagine dell’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, si basa sull’alta concentrazione della mesotelina (una proteina prodotta dalle cellule tumorali), nei pazienti affetti da questo tipo di tumore.

Il mesotelioma pleurico è un tumore associato alla pleura, la membrana che avvolge i polmoni. È spesso causato dall’esposizione alle fibre di amianto, che in passato era contenuto in alte concentrazioni in prodotti come materiali per l’edilizia e spray antincendio. Questa forma di cancro può non manifestarsi anche per cinquant’anni; per questo motivo, sebbene i materiali che lo contengono siano stati messi al bando da tempo, ogni anno in Italia oltre mille persone scoprono di soffrirne. I sintomi – fiato corto, dolore al petto e tosse persistente – caratterizzano anche altre patologie. Attualmente la diagnosi si basa sull’analisi delle effusioni, ovvero dei liquidi che si accumulano tra le pleure, ma nell’85 per cento dei casi i risultati sono poco accurati e non decisivi.

Nel loro studio, i ricercatori hanno dimostrato che i livelli di mesotelina sono fino a dieci volte più elevati nei  soggetti con mesotelioma che negli individui con altri tipi di tumore o con neoplasia benigna. In particolare, concentrazioni di questa molecola inferiori a 20 nM (nanometri) indicano l’assenza del mesotelioma con un’accuratezza del 95 per cento. Il metodo si è dimostrato più accurato e più sensibile rispetto alle analisi standard del fluido.

“Questo studio suggerisce un nuovo percorso per identificare più rapidamente i casi sin dall’inizio”, ha spiegato Helen Davies, primo autore dello studio. L’aspettativa media di vita in seguito alla diagnosi è 12 mesi, e l’identificazione precoce della patologia consente interventi più rapidi per la riduzione dei sintomi e l’inizio di trattamenti come la chemioterapia o la radioterapia. (si.sol.)

Fonte: American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine  Doi:10.1164/rccm.200811-1729OC

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