Classe farmaci anti ADHD: provocherebbero attacchi cardiaci neonatali
I farmaci per il trattamento del disturbo da deficit di attenzione e iperattivita’ (ADHD) possono aumentare il rischio di morte cardiaca improvvisa nei bambini.
La scheda tecnica dei farmaci stimolanti utilizzati nel trattamento di ADHD comprende gia’ avvertenze riguardo al rischio di morte improvvisa cardiaca nei pazienti con cardiopatia. Per i bambini che non presentano preesistenti problemi cardiaci, questi farmaci appaiono sicuri, anche se potrebbero essere rischiosi nei bambini con disturbi cardiaci non diagnosticati. Inoltre, non e’ noto quanto spesso questi eventi cardiaci si presentino nei bambini che assumono questi stimolanti. Nel 2006, un Panel di esperti dell’Fda riporto’ che tra il 1992 e il 2005 erano stati segnalati 11 casi di morte cardiaca improvvisa tra i bambini che stavano assumendo Ritalin (Metilfenidato) e Concerta (Metilfenidato a lento rilascio), e 13 casi di morte cardiaca improvvisa tra bambini che stavano assumendo Adderall (sali misti di Anfetamina) e Dexedrine (Destroanfetamina). Nel 2008, l’American Heart Association ha raccomandato lo screening di tutti i bambini e gli adolescenti, che stavano assumendo farmaci anti-ADHD, per l’individuazione di disturbi cardiaci, e lo screening elettrocardiografico di tutti i pazienti che devono assumere per la prima volta stimolanti. Uno studio, eseguito con il supporto dell’Fda e del National Institute of Mental Health (NIMH), ha confrontato l’uso di farmaci stimolanti in 564 bambini sani morti improvvisamente con quello di stimolanti in 564 bambini morti in incidenti stradali.
Tra i bambini morti improvvisamente, 10 stavano assumendo stimolanti al momento della morte; tra quelli morti per incidente stradale, solo 2 erano in trattamento con farmaci anti-ADHD. I ricercatori hanno concluso che il rischio associato all’uso di stimolanti era 6-7 volte maggiore tra i bambini che sono morti improvvisamente per cause inspiegate che tra i bambini morti in incidenti stradali. L’Fda ritiene che lo studio abbia diverse limitazioni, tra cui il tempo intercorso tra la morte e la raccolta dell’informazione.