Anche l’uomo (e i mammiferi) ha nel DNA impronte virali

Il Borna virus, (comunque) modello virale quasi standard
Una piccola porzione del nostro genoma proviene dal Bornavirus, riuscito ad ‘intromettersi’ nel nostro DNA pochi milioni di anni fa

Non tutti i geni del nostro Dna sono propriamente “nostri”. Una parte considerevole – circa l’8 per cento – sono infatti “pezzetti” di virus. In particolare, questi geni appertengono a un’antica classe di retrovirus che hanno “invaso” il nostro genoma milioni di anni fa. Uno studio pubblicato su Nature rivela ora, però, un’altra inaspettata fonte di diversità genetica: sempre di virus si tratta, ma di altro tipo, noto come bornavirus.
È la prima volta che elementi virali – e non retrovirali – sono stati rintracciati nel genoma di mammiferi. Autori della scoperta sono i ricercatori dell’Università di Osaka, in Giappone, guidati da Masayuki Horie, che ha studiato campioni di Dna di esseri umani, altri primati non umani, elefanti e roditori.
Gli studiosi hanno riscontrato forti somiglianze tra il gene per le nucleoproteine (N) virale e due geni umani, chiamati EBLN-1 e EBLN-2. In un esperimento, dopo aver infettato cellule umane per trenta giorni, Horie e colleghi hanno trovato, nei cromosomi, integrazioni del Dna virale che ricordano gli elementi EBLN. Non si sa ancora se e quale ruolo abbiano giocato nell’evoluzione questi due geni, ma è stato dimostrato che le inserzioni sono una fonte di mutazione; la scoperta dimostra anche una coevoluzione di lunga data tra le due specie, tanto che questi frammenti rappresentano importanti “reperti fossili” dei bornavirus. La scoperta potrebbe anche fornire nuovi dati a sostegno dell’ipotesi che malattie come la schizofrenia abbiano avuto origine da un’antica “invasione virale”.
Riferimento: Nature Vol 463|7 January 2010| doi:10.1038/nature08695