I Professionisti, gli Utenti e la Sicurezza dei Punti Nascita: Problemi, Strumenti e Progetti

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Secondo i dati pubblicati da Osservasalute 2010, la rete di offerta dei punti nascita risulta notevolmente diversificata sul territorio nazionale

 

L’Italia è uno dei Paesi europei dove i livelli di fecondità totale risultano tra i più bassi. Nel 2008 il numero medio di figli per donna era pari a 1,42

 

Roma, 5 dicembre 2012 – Presentare l’Indagine conoscitiva sul percorso nascita e sulla situazione dei punti nascita e il Manuale “Gli standard per la valutazione dei punti nascita”: questo il tema del Convegno di oggi in Senato, promosso dall’Associazione di Iniziativa Parlamentare e Legislativa per la salute e la prevenzione, alla presenza dei massimi esperti del panorama neonatale.

L’Indagine Nascere Sicuri viene deliberata dalla Commissione Igiene e sanità del Senato nell’ottobre del 2010 sull’onda di gravi fatti di cronaca accaduti in alcuni punti nascita italiani che avevano ingenerato perplessità e preoccupazione nell’opinione pubblica e nell’ambiente sanitario. L’Italia è uno dei Paesi europei dove i livelli di fecondità totale risultano tra i più bassi. Nel 2008 il numero medio di figli per donna era pari a 1,42: valore che, anche se in lieve aumento risulta comunque inferiore al livello di sostituzione che garantirebbe il rinnovo generazionale. Infatti per il quinto anno consecutivo, nel 2011, la popolazione diminuisce di 36.000 unità  e il tasso di natalità scende dal 9,3 del 2010 al 9,1 nel 2012. Nel nostro Paese i livelli più elevati di fecondità sono al Nord dove le donne sono maggiormente occupate, ma ci sono anche più servizi per la cura di bambini e anziani. Al nord il tasso di fertilità più alto è in parte frutto dell’apporto dato dalla presenza di immigrati in una percentuale maggiore che al sud. Nel 2008 circa il 16,9 per cento dei parti in Italia è relativo a madri di cittadinanza non italiana: al nord questa percentuale sale al 20 per cento con punte del 25 per cento in Emilia Romagna, del 24,4 per cento in Veneto. In Italia la mortalità infantile nel 2008 risulta del 3,6 per mille nati vivi: siamo all’11° posto di una graduatoria dei Paesi sviluppati, che inizia con Hong Kong e termina con gli Stati Uniti.

La salute materno-infantile rappresenta un’area prioritaria della salute pubblica perché la gravidanza e il parto in Italia sono la prima causa di ricovero per le donne, ma è necessario valutare anche la qualità di tutta l’assistenza sanitaria. Basti pensare che nell’ambito dei parti cesarei, ad esempio, il ricorso alla pratica del Taglio Cesareo conta in Italia livelli allarmanti, sia per il numero di interventi effettuati, sia per la variabilità tra le diverse regioni e aziende sanitarie. Ed è proprio con l’obiettivo di approfondire che abbiamo voluto questa Indagine.” Ha raccontato il Senatore Antonio Tomassini, Presidente XII^ Commissione Igiene e Sanità del Senato e Presidente dell’Associazione di Iniziativa Parlamentare e Legislativa per la salute e la prevenzione.

 

 

Il Manuale “Gli standard per la valutazione dei punti nascita” nasce su iniziativa delle principali società scientifiche italiane di ostetricia (SIGO), neonatologia (SIN) e pediatria (SIP e SIMP), con il contributo di professionisti anestesisti (CIAO) ed infermieri (Federazione IPASVI) coinvolti nel percorso-nascita, insieme all’Osservatorio sulla salute della donna (ONDa), ai genitori di bambini nati prematuri (Vivere onlus), Cittadinanzattiva, Osservasalute, SIMM, AGITE e FNCO, riuniti dal 2011 nel Gruppo Italiano Nascita Sicura (GINS).

 

Il Manuale ha l’obiettivo di fornire parametri standard di valutazione delle strutture pubbliche e private per l’accreditamento, per migliorare le performance assistenziali e garantire le migliori cure a donne e bambini, tanto nei casi di gravidanza fisiologica e neonato fisiologico, quanto in quelli di gravidanza a rischio e neonato patologico“. Ha spiegato Walter Ricciardi, Presidente EUPHA e Vice Presidente dell’Associazione di Iniziativa Parlamentare e Legislativa per la salute e la prevenzione.

 

Il ricovero ospedaliero legato al parto rappresenta la tipologia di ricovero assolutamente  più frequente nel nostro Paese, circa 550.000 ogni anno. La sala parto è oggi percepita come luogo di felicità – la nascita di una nuova vita – e talora potenzialmente pericoloso per gli Utenti e per gli Operatori professionali. La difformità presente nelle diverse sale parto per quanto attiene il ricorso al taglio cesareo acuisce  la sensazione di scarsa qualità. I numeri evidenziano luci ed ombre, alto tasso di litigiosità medico legale, mortalità materna e neonatale su buoni valori se confrontata con l’Europa ma risultati non costanti all’interno del Paese e con un gradiente Nord Sud importante. Nella sala parto lavorano a stretto contatto diversi professionisti (ginecologi, ostetriche, anestesisti, pediatri/neonatologi, infermieri), e coordinare un elevato ed eterogeneo numero di professionisti è sicuramente un compito difficile. Il lavoro condotto sulla qualità, sulla sicurezza dei Punti Nascita da diverse decine di professionisti ed utenti ha prodotto questo Manuale. Frequentemente i percorsi del miglioramento e di riduzione del rischio  passano attraverso modelli organizzativi innovativi e la consapevolezza che in sala parto è essenziale il lavoro di equipe. Quasi sempre questi aspetti sono nelle mani dei Professionisti e non hanno costi aggiuntivi.” Ha detto Rinaldo Zanini, Direttore Dipartimento Materno Infantile, A.O. “Ospedale Provinciale di Lecco” e Coordinatore del Board tecnico del manuale.

 

“Il parto è un evento traumatico per la donna e per il neonato. Come evento biologico non si è modificato negli anni, ma il progresso medico ha ridotto le complicanze materne (mortalità) e neonatali (mortalità ed esiti neurologici) contribuendo anche a rendere l’evento meno doloroso e rischioso. La medicalizzazione dell’evento nascita che ne è derivata è stata da più parti posta in discussione, ma è certo che rinunciare oggi a tutto ciò che aumenta la sicurezza del parto non è eticamente possibile e non è economicamente conveniente”. Ha aggiunto il professor Costantino Romagnoli, Presidente Società Italiana di Neonatologia.

 

“Il manuale nasce nell’ottica della riorganizzazione dei punti nascita, in linea con il Piano Nazionale Sanitario 2010-2012 e dall’Accordo Stato-Regioni del 16.12.2010, che pone l’accento sulla sicurezza e sull’umanizzazione del parto, sul parto indolore e sulla riduzione dei cesarei, con l’obiettivo di garantire una maggiore qualità nell’assistenza durante l’evento nascita. Questo strumento, costituito da un insieme di elementi misurabili e basati sull’evidenza scientifica, è necessario per razionalizzare il livello di assistenza, per migliorare la qualità della gestione delle pazienti e minimizzare il rischio di errore da parte degli operatori sanitari.” Ha tenuto a precisare il Prof. Nicola Surico, Presidente Società Italiana Ginecologia e Ostetricia.

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