Chirurgia efficace nei casi di Parkinson avanzato

Nei pazienti che presentano gravi complicazioni motorie, in cui il trattamento farmacologico ha perso la sua efficacia o e’ causa di reazioni avverse, e’ possibile ricorrere al trattamento chirurgico. Il risultato dell’intervento dipende da una serie di fattori, primo fra i quali la selezione dei soggetti che si possono sottoporre all’operazione.

La DBS viene di solito proposta a pazienti che, pur avendo una buona risposta ai farmaci, presentano fasi di blocco motorio invalidanti e/o gravi movimenti involontari; i pazienti candidati alla terapia chirurgica non devono avere gravi malattie internistiche, problemi psichiatrici di rilievo e, per quanto riguarda l’eta’, sebbene non esista un limite assoluto, nei soggetti con piu’ di 70 anni e’ bene considerare l’opzione chirurgica con cautela. Come scritto nelle Linee Guida sulla diagnosi e il trattamento del Parkinson: ”Altre tecniche chirurgiche a oggi ancora in via di sperimentazione prevedono l’impianto di cellule staminali in determinate aree cerebrali, piu’ spesso caudato, putamen, bilaterale, striato e zona ventricolare sublaterale. I tipi di trapianto piu’ studiati sono a oggi, il trapianto autologo di staminali mesenchimali adulte di derivazione midollare e l’impianto di tessuto mesencefalico embrionale o neuroni dopaminergici embrionali”. Sempre nelle Linee Guida si sottolinea che: ”In termini di Sanita’ Pubblica attualmente non esiste pero’ alcun trattamento con cellule staminali raccomandato per i pazienti con malattia di Parkinson”.