Tumori: i test stile “Jolie” stanno facendo registrare più danni che benefici

Fermare la corsa delle donne americane e non solo al test del dna che permette di scoprire la presenza di una mutazione genetica legata al tumore al seno o all’ovaio.
Per poi sottoporsi ad una mastectomia. Un ‘boom’ di screening cresciuto grazie all’effetto Angelina Jolie’, ovvero sulla scia della scelta delll’attrice che ha riveato di essersi sottoposta a una doppia mastectomia preventiva contro il tumore al seno dopo avere appreso di avere il gene ‘difettoso’, il Brca1.

Secondo gli scienziati – riporta la rete televisiva ‘Abc’ – non è sufficiente aver avuto un familiare con un cancro al seno per sottoporsi a questo tipo di test genetici. Le mutazione del ‘Brca’ non sono così comuni e sono responsabili di circa il 5% dei tumori al seno e del 10-15% dei tumori ovarici.
Così il test – aggiungo gli esperti – ha un vantaggio moderato per le donne che rientrano nei criteri e sono positive alla mutazione, ma potrebbe essere dannoso per la maggioranza della popolazione che non rientra in questi parametri. Esami diagnostici inutili e soprattutto le terapie farmacologiche – conclude la ricerca – usate per ridurre il rischio di carcinoma della mammella. A quest’ultime è stato associato un aumento, ad esempio, del rischio di coaguli di sangue”.