Dimagrire è un’impresa ‘da brivido’. A mettere in luce gli effetti dimagranti dei brividi di freddo è uno studio pubblicato su ‘Cell Methabolism’ da un team di ricercatori americani guidati da un collega italiano che da anni lavora all’estero, Francesco S. Celi.


Secondo lo studio rabbrividire rilascia un ormone che stimola il tessuto grasso a produrre calore, in modo che il corpo possa mantenere la sua temperatura interna. Questo ormone, irisina, viene prodotto anche dal muscolo durante l’esercizio. I risultati dimostrano che l’atto di rabbrividire produce calorie, bruciando il grasso bruno e migliorando il metabolismo. Proprio come accade con una sessione in palestra. Attraverso esperimenti condotti su volontari sani, Celi e i suoi colleghi dell’Istituto nazionale del diabete e malattie digestive e renali Usa hanno scoperto che la irisina, prodotta quando si rabbrividisce, viene rilasciata in proporzione all’intensità dei brividi. Inoltre la quantità secreta dall’organismo come risultato del brivido è simile a quella frutto dell’esercizio.fatty_cells Il team ha anche scoperto che quando le cellule adipose umane in laboratorio sono trattate con FNDC5, un precursore dell’irisina, le cellule hanno bruciato più energia e rilasciato più calore. I risultati suggeriscono che la produzione di questa sostanza ‘brucia grassi’ indotta dall’esercizio potrebbe essere evoluta da un meccanismo simile che si verifica con le contrazioni muscolari ‘da brividi’, necessarie a generare calore. “Questa ricerca può rivelare perché l’esercizio fisico aumenta la secrezione di un ormone che aiuta il corpo a mantenere la sua temperatura interna”, conclude Celi, che è attualmente alla Virginia Commonwealth University. Questo può chiarire anche perché l’esercizio fisico aumenta la secrezione di un ormone che, paradossalmente, fa sentire il corpo più caldo.

Inoltre a partire dai brividi si può studiare una nuova strategia anti-obesità. “Forse abbassare il termostato durante i mesi invernali potrebbe aiutare sia il bilancio domestico che il metabolismo”, conclude Celi.

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