Pediatria: i pesticidi ritrovati nella pappa rendono vulnerabili i bimbi fino ai 10 anni

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l'Aspergillus fumigatus, che scatena spesso asma e altre reazioni allergiche

Pesticidi insidia nel piatto dei più piccoli. I bambini possono essere esposti già in utero ad agenti ambientali tossici che attraversano la placenta, in età fetale non hanno sistemi di detossificazione di alcuni pesticidi, mentre fino ai 10 anni di vita questi sistemi sono quasi 5 volte meno attivi.


E’ quanto emerge da uno studio che sarà presentato a Bari al XXV Congresso nazionale della società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps). Dalla relazione di Ruggiero Francavilla, specialista in Pediatria e nutrizione pediatrica, Unità di pediatria B.Trambusti del Policlinico Bari, emerge anche che la fonte maggiore di contaminazione per i bimbi è attraverso l’alimentazione.
l'Aspergillus fumigatus, che scatena spesso asma e altre reazioni allergiche
l’Aspergillus fumigatus, che scatena spesso asma e altre reazioni allergiche

Ad oggi sono 3000 i potenziali ‘nemici’ a tavola da tenere sotto controllo, fra cui micotossine e pesticidi. Le micotossine, ricordano i pediatri Sipps, sono composti tossici prodotti da diversi tipi di funghi, appartenenti principalmente ai generi Aspergillus, Penicillium e Fusarium. La presenza di micotossine negli alimenti e nei mangimi può essere nociva e può causare effetti avversi di vario tipo. Alcune micotossine sono inoltre immunosoppressive e riducono la resistenza alle malattie infettive. I pesticidi sono prodotti chimici utilizzati in agricoltura a protezione delle colture da parassiti o insetti. Si possono trovare in gran parte degli ambienti in cui viviamo (case, scuole, luoghi di lavoro), in frutta e verdura, nelle acque sotterranee.
Recenti ricerche hanno dimostrato che l’esposizione ai pesticidi nel bambino aumenta significativamente il rischio di sviluppare tumori (del sangue e del cervello), sindrome da deficit di attenzione-iperattività, difficoltà di apprendimento e malattie endocrine.

I pesticidi possono infatti avere un’azione di interferente endocrino, perché alterano il funzionamento del sistema endocrino causando danni all’organismo, compromettendo il normale funzionamento del sistema ormonale. “Alcune semplici regole – raccomandano i pediatri – possono aiutare a ridurre l’esposizione: variare il tipo di frutta e la sede di acquisto, preferire frutta e verdura biologica, conoscere quali sono i vegetali e la frutta più contaminati, lavare bene frutta e verdura prima di consumarla, parlare del problema con il pediatra”.

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