Rapamicina: arriva dall’isola di Pasqua, e regala 10 anni

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La rapamicina in un processo biochimico

La rapamicina in un processo biochimico
La rapamicina in un processo biochimico

Forse l’elisir di lunga vita non esiste solo nelle fiabe e nelle leggende. La “fonte della giovinezza”, infatti, potrebbe un giorno essere disponibile in formato pillola ed allungare la vita fino a 10 anni in più. La sostanza si chiama “rapamicina” e si trova nel suolo dell’Isola di Pasqua. Il composto, che prende nome da quello polinesiano dell’Isola (Rapa Nui) è già usato da tempo nei trapianti d’organo per prevenire le reazioni di rigetto dell’organismo. Ma ora gli scienziati della University of Texas Health Science di Sant Antonio (Usa) hanno scoperto un suo ulteriore utilizzo grazie a degli esperimenti svolti su topi di laboratorio e descritti sulla rivista Nature.

«Sono 35 anni che studio i processi di invecchiamento umano e tra le decine di presunti “prodotti anti-invecchiamento” non ne ho mai visto uno che funzionasse», dice Arlan G. Richardson, direttore del Barshop Institute for Longevity and Aging Studies, uno dei due istituti che ha svolto lo studio. «Non credevo – continua – che avrei un giorno visto una ‘pillola’ efficace per l’uomo, ma la rapamicina potrebbe proprio darci quello che cerchiamo».

Gli esperimenti sui topi hanno dato infatti risultati inaspettati: la loro vita si è allungata dal 28 al 38 per cento. «Abbiamo somministrato – raccontano i ricercatori – la rapamicina ai topi di 20 mesi di età, corrispondenti a 60 anni per l’uomo. Contrariamente a quello che pensavamo, non era necessario essere giovani per reagire alla sostanza».

I risultati sono sorprendenti. «Se dovesse funzionare anche sull’uomo, l’effetto di allungamento della sua vita media sarebbe paragonabile alla sconfitta di tutte le malattie cardiache e i cancri», sottolineano i ricercatori.

Questo composto, infatti, potrebbe essere usato per terapie anti-invecchiamento che si possono cominciare anche in età avanzata. Per Randy Strong, direttore dell’Aging Interventions Testing Center di San Antonio, «questo è il primo sistema convincente per terapie anti-invecchiamento mai sviluppato. Se funzionasse, la riduzione dei costi per i sistemi sanitari in tutto il mondo sarebbe enorme». La rapamicina sembra proprio essere la “pozione magica” che tutti aspettavano per vivere di più, ma gli scienziati però invitano a porre un freno agli entusiasmi. Ciò che rende la rapamicina così efficace, infatti, potrebbe proprio essere la causa dell’insorgenza di altri problemi.

«Le sue capacità di immunosoppressione – spiegano i ricercatori – sono molto utili nei trapianti perché abbassano le difese immunitarie dell’organismo impedendo il rigetto verso il nuovo organo. Ma questo abbassamento può essere pericoloso: si diventa più suscettibili alle malattie e alle infezioni». Un ostacolo non da poco, che rende necessario trovare un giusto equilibrio.

«Prima di poter usare la rapamicina, il problema dell’immunosoppressione va eliminato», hanno concluso gli scienziati.

Il Messaggero.it

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