Il duplice ruolo (ambiguo) delle cellule FAP nella distrofia e fibrosi

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Le cellule FAP, che generano tessuti fibrosi adiposi sono molto simili alle staminali nella capacità di differenziarsi, ma possono replicarsi solo per un numero limitato di volte

La scoperta della “doppia personalità” di un particolare tipo di cellule potrebbe preludere alla messa a punto di nuovi trattamenti per patologie muscolari quali la distrofia e la fibrosi.
Un gruppo di ricerca dell’Università della British Columbia ha infatti individuato un nuovo tipo di progenitori fibroadipogenici, o FAP, che generano tessuti fibrosi adiposi quando vengono trapiantati in muscoli danneggiati nei topi. Tali cellule sono molto simili alle staminali nella capacità di differenziarsi, ma possono replicarsi solo per un numero limitato di volte.

“Queste cellule sono di solito silenti nei tessuti muscolari”, ha commentato Fabio Rossi, primo autore dell’articolo apparso sulla rivista “Nature Cell Biology”. Una volta attivate dal danno, esse producono segnali che coordinano la rigenerazione tissutale e poi scompaiono: questa è la parte del dottor Jekyll delle FAP.
“Nelle patologie croniche dei muscoli come la distrofia, le FAP persistono e possono contribuire alla sovraproduzione di tessuto fibroso: questa è la parte di Mr. Hyde”, ha continuato Rossi”.
Una migliore comprensione della funzione delle delle FAP, concludono i ricercatori, potrebbe consentire di stimolarne l’attività o di inibire il loro impatto negativo. Sul lungo termine, i farmaci che hanno come bersaglio queste cellule potrebbero essere utili in un’ampia gamma di patologie caratterizzate da fibrosi, dalle patologie cardiovascolari a quelle polmonari, senza dimenticare quelle renali, fino al trapianto d’organo. Infine, la capacità delle cellule di generare nuovo tessuto adiposo potrebbe essere sfruttato per curare le patologie metaboliche.

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