pressione sanguigna

A un aumento del 4,72 per cento dell’introito giornaliero è correlata una diminuzione media della pressione sistolica di 1,5-3,0 mmHg e di 1,0-1,6 mmHg di quella diastolica

Il consumo di un comune aminoacido che si trova nelle proteine vegetali potrebbe essere associato a una pressione sanguigna più regolare: è quanto ha concluso una ricerca pubblicata sulla rivista “Circulation: Journal of the American Heart Association”.


I ricercatori hanno riscontrato infatti come a un aumento del 4,72 per cento dell’introito giornaliero di acido glutammico sul totale delle proteine assunte con la dieta era correlata una diminuzione media della pressione sanguigna sistolica di 1,5-3,0 millimetri di mercurio (mmHg) e di quella diastolica di 1,0-1,6 mmHg.

“Tali variazioni possono sembrare trascurabili per un individuo; tuttavia, su ampia scala, considerando per esempio una intera popolazione, rappresentano una riduzione potenzialmente importante”, ha spiegato Jeremiah Stamler, primo autore dello studio. “Si stima che una riduzione della pressione sistolica media della popolazione di 2 mmHg potrebbe abbattere i tassi di morte per ictus del 6 per cento e la mortalità per patologie coronariche del 4 per cento”, ha commentato Stamler, professore emerito del Dipartimento di medicina preventiva della Feinberg School of Medicine della Northwestern University in Chicago, in Illinois.

Sulla base dei dati sulla popolazione statunitense raccolti nelle statistiche 2009 dell’American Heart Association 2009, si tratterebbe di risparmiare la vita, rispettivamente a circa 8600 e 17.800 persone all’anno.

Nel corso dello studio, i ricercatori hanno analizzato i dati di 4680 persone di età media pari a 40 anni che vivono in 17 aree rurali e urbane in Cina, Giappone, Stati Uniti e Regno Unito raccolti nell’ambito dell’International Study on Macro/Micronutrients and Blood Pressure (INTERMAP). Quest’ultimo è uno studio di popolazione progettato con l’obiettivo di chiarire il ruolo di diversi nutrienti nell’eziologia dell’ipertensione, un disturbo con una notevole prevalenza nella popolazione di mezza età. Stamler e colleghi hanno analizzato i risultati di otto test della pressione arteriosa e delle analisi delle urine, corredati da questionari relativi alle abitudini alimentari.

“Sebbene il nostro gruppo di ricerca come altri abbia già in passato rilevato un’associazione tra un maggiore consumo di proteine vegetali e più bassi valori di pressione arteriosa, si tratta in questo caso del primo studio che ha analizzato nello specifico l’importanza dell’acido glutammico”, ha concluso Ian J. Brown, coautore dello studio e ricercatore del Department of Epidemiology and Public Health dell’Imperial College London.

I ricercatori sottolineano tuttavia come non esistano attualmente dati sugli effetti della supplementazione con prodotti di sintesi a base di questo aminoacido e che pertanto si sentono di raccomandare soltanto di migliorare le abitudini dietetiche per un maggior controllo dei disturbi e delle patologie connesse all’ipertensione.

Le Scienze – L’espresso

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